Ciclismo, parla papà Sagan: "Vorrei vincere Sanremo e Roubaix. Il Mondiale? Nibali favorito"

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Il tre volte campione del mondo è pronto per la nuova stagione: "Sono sempre affamato di vittorie, anche se il percorso dei Mondiali di Innsbruck non mi si addice. La paternità è un'emozione unica"

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Peter Sagan è pronto per ripartire. Il tre volte consecutive campione del mondo (mai nessuno vi era riuscito prima di lui) comincerà il suo 2018 in Australia, nel Tour Down Under, in programma dal 16 gennaio. Intervistato dalla 'Gazzetta dello Sport', lo slovacco ha fatto il punto su programmi e obiettivi di questa stagione: "Dopo l’Australia, farò altura a Sierra Nevada. Potrei partecipare a fine febbraio alle prime gare del Belgio. Sicuramente sarò in Italia, Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, prima della Milano-Sanremo. Pure l’avvicinamento a Fiandre e Roubaix sarà ‘classico’. Quali corse vorrei vincere? Roubaix e Sanremo. Ma se dovessi riuscire a vincere il Fiandre di nuovo, non sarebbe un grosso problema!". Tre maglie iridate e un Fiandre, con 101 vittorie in carriera, sono un gran bel bottino per il 27enne della Bora-Hansgrohe, da molti considerato il vero personaggio del ciclismo moderno, grazie anche ai suoi video virali sui social: "Non so se sono io il simbolo, se è così mi fa piacere - ha detto Sagan -. Io comunque non sono cambiato, mai. Vado a emozioni e sono sempre molto trasparente. Per me è fondamentale essere naturale, anche se esserlo significa a volte andare controcorrente. È questo che mi fa stare bene, il continuare a essere me stesso. Il mio video impennando? E' il mio marchio di fabbrica. Devo dire una cosa: di sicuro mi fa piacere farlo quando mi viene spontaneo e non quando me lo chiedono gli altri! Fa parte del mio stile, della mia forma di trasmettere quello che provo". 

"Mondiale? Per gente come Nibali"

Dopo tre vittorie consecutive che lo hanno fatto entrare nella storia del ciclismo, Sagan sembra pronto ad abdicare in vista dei Mondiali di Innsbruck, in programma il 30 settembre: "A differenza di quanto hanno detto anche componenti del team, la verità è che per me il Mondiale è molto lontano. Non solo nel tempo, ma anche per le possibilità, visto il percorso - ha spiegato lo slovacco -. Ci tengo a godermi la maglia, a indossare queste ‘striscette’ come le chiamo io, a divertirmi e a vincere il più possibile. Ma sul prossimo Mondiale sono un po’ scettico. Può succedere di tutto, farò il possibile, ma non mi sento di avere le caratteristiche per poter ripetere il risultato degli ultimi anni. È per gente come Nibali e Valverde più che per me". Dal 26 ottobre, Peter vive un'esperienza unica, ovvero la paternità del suo primo figlio: "E' un’emozione bellissima, indescrivibile - ha detto -. La gioia che mi dà Marlon è tantissima. Sono un papà normale, che si preoccupa se il piccolo piange e non riesce a capire immediatamente di che cosa ha bisogno, oppure che si diverte a scherzare e a sorridere con lui. La mia vita è cambiata, soprattutto emotivamente. La verità è che è la mamma Kate ad occuparsi di più di lui, chiaro che quando Marlon comincerà ad essere più grande le cose cambieranno. Posso però dire di avere perso qualche ora di sonno. Ma ne vale la pena, eccome".