Ciclismo, Milano-Sanremo 2018: capolavoro di Nibali! L'Italia torna a sorridere nella Classicissima

Ciclismo

Claudio Barbieri

Nibali ha vinto la Milano-Sanremo 2018 (Foto Twitter)

Il messinese vince la Classica di Primavera con una straordinaria impresa, cominciata con uno scatto sul Poggio a 7 km dall'arrivo. Per il ciclismo azzurro un successo atteso dal lontano 2006. Seconda piazza per Ewan, terza per Demare, solo sesto Peter Sagan

MILANO-SANREMO, L'ORDINE D'ARRIVO COMPLETO

LO SQUALO NELLA STORIA: NIBALI EROICO A SANREMO

Vincenzo Nibali ha conquistato l'edizione numero 109 della Milano-Sanremo, 294 km con arrivo in via Roma. Un'impresa straordinaria quella dello Squalo, scattato a 7 km dal traguardo sul Poggio e capace di mantenere 50 metri di vantaggio sul traguardo di Sanremo, dove ha chiuso davanti a Caleb Ewan e Arnaud Demare. Sesto il campione del mondo Peter Sagan, che conferma la maledizione della Classifica di Primavera (due secondi e altrettanti quarti posti), fuori dai Top 10 il detentore Michal Kwiatkowski. Nibali aggiunge la Classicissima a un'albo d'oro impressionante, che comprende anche Tour, due Giri d'Italia, Vuelta e due Lombardia. Si interrompe anche un digiuno azzurro che durava ormai dal 2006, quando ad imporsi fu Pippo Pozzato. Il messinese era stato anche l'ultimo italiano a chiudere sul podio a Sanremo, nel lontano 2012. Nibali diventa anche il primo corridore a vincere due Monumento consecutive (Lombardia-Sanremo) da quando Fabian Cancellara conquistò Fiandre e Parigi-Roubaix in 2013. Il meteo ha condizionato la gara, con pioggia costante su quasi tutto il percorso e durante l'intera giornata, con temperature tra i 7 e i 10 gradi. Quando è spuntato il sole, all'altezza di Albenga, a complicare la vita ci ha pensato un vento contrario che ha dato molto fastidio al gruppo. Quella di sabato è stata anche la prima corsa con il Var, in pieno stile calcistico. Un giudice UCI infatti ha seguito la corsa in televisione, con lo scopo di riferire al presidente di Giuria (l’olandese Martijn Swinkels) ogni situazione dubbia e sospetta, con l'obiettivo di prendere decisioni immediate senza dover attendere la fine della corsa. 

La cronaca

Partenza bagnata a Milano, con la pioggia che accompagnerà il gruppo per oltre 200 km, fino ad Albenga. Dopo appena 3 km ecco la fuga di giornata: attaccano Mirco Maestri e Lorenzo Rota (Bardiani CSF), Evgeny Koberniak (Gazprom Rusvelo), Guy Sagiv e Dennis Van Winden (Israel Cycling Academy), Sho Hatsuyama (NIPPO Fantini), Charles Planet (Team Novo Nordisk), Matteo Bono (UAE Team Emirates) e Jacopo Mosca (Wilier Selle Italia). Il gruppo lascia fare, tiene un'andatura piuttosto turistica (41,200 km/h di media dopo la prima ora) e arriva ad avere un gap di circa 7' dopo una settantina di km di corsa. Sul Turchino il margine dei fuggitivi crolla (1'35''), prima di riprendere fiato sull'Aurelia, dove i nove tornano ad avere un vantaggio di oltre 5' all'altezza di Varazze. Da quel momento, l'alternanza in testa al gruppo dei vari top team (Sky, Lotto, Quick Step, Bora, BMC) produce lo strappo definitivo, subito dopo la serie dei Capi (Mele, Cervo e Berta) quando la fuga dei nove coraggiosi termina dopo ben 260 km a San Lorenzo al Mare, proprio ai piedi della tanto attesa Cipressa, nonostante una media che dopo sei ore non raggiunge i 40 km/h (39,100 km/h). I corridori trovano finalmente un po' di sole, ma devono fronteggiare un fastidioso vento contrario, specialmente nelle zone costiere. L'esordiente Kittel va in difficoltà già sull'ascesa di Capo Berta, mentre Nibali è molto attivo e prende la salita di Cipressa (5,7 km con punte del 9% di pendenza) nelle prime posizioni, dimostrando una buona gamba. Il già acciaccato Cavendish è coinvolto in una rovinosa caduta del gruppo, mentre i migliori salgono a tutta sul Poggio, ultima occasione per chi vuole evitare lo sprint. Nibal tenta l'attacco ai -7 km e scollina con 11'' di vantaggio sul gruppo, con Trentin che tenta l'inseguimento e Sagan e Kwiatkowski sornioni. Lo Squalo torna sull'Aurelia con una decina di secondi di vantaggio sul gruppo, piuttosto frazionato e poco organizzato: il messinese stringe i denti sul rettilineo finale di via Roma e interrompe il digiuno azzurro che durava dal 2006 (Pozzato) e vince la sua prima Sanremo della carriera, precedendo Ewan e Demare. 

Ordine d'arrivo: 

1) Vincenzo Nibali

2) Caleb Ewan

3) Arnaud Demare

4) Alexander Kristoff

5) Jurgen Roelandts

6) Peter Sagan

7) Michael Matthews

8) Magnus Cort Nielsen

9) Sonny Colbrelli

10) Jasper Stuyven

Nibali: "Dovevo inventarmi qualcosa..."

E' emozionato Vincenzo Nibali quando si presenta ai microfoni dopo il trionfo alla Sanremo: "Ho iniziato facendo da stopper, perché dovevo lavorare per Colbrelli - ha detto alla 'Rai' -. Ho visto c'era un vuoto, pendenza aumentava e ho provato ad andare da solo. Non mi sono mai girato fino ai 50 metri dalla fine. Gli ultimi 2 km sono stati i più difficili, avevo il vento contrario e non sapevo dov'era il gruppo. Sono andato a tutta fino al traguardo. Dovevo inventarmi qualcosa, io non sono velocissimo. Sentivo di avere una buona gamba, ho usato una tecnica attendista. Già sulla Cipressa mi sentivo bene, avevo recuperato tente posizioni. Sono arrivato a fari spenti, senza pressioni e tensioni, per me è il miglior modo. E' stata una giornata difficile, ma il pubblico è stato fantastico. Potrò festeggiare questa vittoria con la mia famiglia, i miei amori". 

Statistiche e curiosità

Nibali succede nell'albo d'oro a Michal Kwiatkowski del Team Sky, che lo scorso anno si impose davanti a Peter Sagan e a Julian Alaphilippe. Si è confermata la tradizione che vede undici vincitori diversi nelle ultime edizioni, con l'ultimo ciclista in grado di ripetersi che è stato Oscar Freire (2007-2010 e prima nel 2004). Il ciclista che vanta il maggior numero di successi alla Classicissima è (manco a dirlo) Eddie Merckx, capace di vincerne ben sette tra il 1966 e il 1976. Con sei trionfi troviamo Costante Girardengo, mentre staccati a quattro ecco Gino Bartali ed Erik Zabel. L’Italia conta 171 piazzamenti a podio alla Sanremo: 51 vittorie (record, davanti al Belgio con 20 e alla Francia con 13), 60 secondi e 60 terzi posti, ma da 5 anni non andava a sul podio, per il il digiuno più lungo di tutti i tempi. L’ultimo italiano a podio era stato (guarda caso) Vincenzo Nibali, terzo nel 2012, mentre il successo mancava addirittura dal 2006, quando si impose Pippo Pozzato.