Liegi-Bastogne-Liegi: vince Jungels. L'albo d'oro è sconfitto?

Ciclismo

Francesco Pierantozzi

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Un lussemburghese a Liegi. Jungels trionfa nell'ultima delle classiche di primavera: potrebbe diventare un nome da albo d'oro?

LIEGI: CAPOLAVORO DI JUNGELS, DELUSIONE NIBALI

Jungels non è il nome che ti aspetti a Liegi. Ottimo corridore, ottime gambe e soprattutto ottima squadra. La solita Quick Step, la nazionale delle classiche del Nord, quella che ne mette assieme 11 vittorie su 15 in queste corse nel 2018, con Fiandre e Liegi, con tanti corridori diversi. Bravi, peccato solo che il ciclismo si ricordi dei grandi nomi. Magari del capitano di Jungels, il francese Alaphilippe, primo lo scorso mercoledì nella Freccia Vallone, o del compagno con un grande curriculum come Gilbert, usato nella Liegi per scattare da lontano. Certo la tattica a volte imprigiona il "designato" a fare la corsa, costretto a pedalare da stopper anziché da attaccante, non è una novità, e nella Liegi-Bastogne-Liegi, corsa durissima, non si può barare, non si vince per caso, però uno dei grandi sconfitti della giornata, con Nibali, poco brillante nel momento in cui è partita la corsa a una ventina di chilometri dall'arrivo, con Valverde, 4 volte primo sul traguardo, è l'albo d'oro. Almeno per il momento verrebbe quasi voglia di scrivere Quick Step, con la gioia di Alaphilippe che festeggia il successo di squadra come se avesse vinto. Per il momento… aspettando che il lussemburghese Jungels, terzo del suo paese a vincere, escluso il più grande di tutti, Charly Gaul, diventi da oggi un nome pesante. Del resto una Liegi vale una carriera… chiedetelo ai nomi che non ci sono nell'albo d'oro.