Telaio e qualità del pilota, a Silverstone si vince così

Formula 1
Il circuito di Silverstone, teatro del primo GP della storia della F1, è stato modificato più volte per ragioni di sicurezza (Getty)
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Sul circuito in cui si corre per la cinquantesima volta il GP di Gran Bretagna sono fondamentali le regolazioni sulla scocca delle monoposto e la capacità dei driver di "leggere" il tracciato e di risparmiare le gomme

di Roberto Brambilla e Fabiano Vandone

E' il circuito dove la storia della F1 è cominciata nel 1950. E uno di quei tracciati che nonostante le profonde modifiche nel corso degli anni, per layout e caratteristiche appartengono a un'altra generazione. Silverstone, dove si corre per la 50sima volta il GP di Gran Bretagna, è particolare anche dal punto di vista tecnico. Ecco cosa serve per fare bene nella nona prova del Mondiale.

Una pista da “telaio” - Per le caratteristiche del tracciato inglese, oltre a un carico aerodinamico medio-alto per assicurare alte velocità nei lunghi curvoni in appoggio, assumono un'importanza fondamentale la taratura delle sospensioni e regolazioni del telaio delle monoposto: rigidità della monoscocca, altezza da terra e assetto rake (con la vettura inclinata in avanti e con la conseguente maggiore deportanza), ecco su cosa lavoreranno gli ingegneri per avere ottimo assetto a Silverstone.

Un circuito con un asfalto abrasivo, ondulato e a tratti sconnesso in cui "settare" bene la mononoposto vuol dire assicurare la stabilità alla vettura e dove, con i diversi tratti a media velocità, è importante regolare le sospensioni per migliorare la tenuta di strada soprattutto in curva.

Gomme sotto stress – Un fattore molto importante a Silverstone saranno gli pneumatici. In Inghilterra la Pirelli ha portato le due mescole più dure, Medium e Hard e al di là il fattore meteo, sempre imprevidibile, molto importante sarà evitare il deterioramento delle copertura.

La velocità del circuito e gli ampi curvoni portano le gomme a essere stressate da forze laterali e longitudinali fino a 5G e gli ingegneri dovranno essere bravi a trovare un set up (attraverso per esempio una buona campanatura) che non rovini troppo le gomme e i piloti dovranno essere capaci di avere una guida fluida e continua per conservare gli pneumatici.

Una pista “da guidare” – Buon talento, gomme da risparmiare, alto carico aerodinamica ma soprattutto un pilota di livello. Silverstone è una delle piste più guidate del Circus. Con una sede stradale più ampia rispetto ad altri circuiti e curvoni ad ampio raggio i piloti hanno molto più possibilità di traiettoria e dunque di sorpasso.

E se il driver è “capace” di leggere la pista trovando il giusto punto di frenata e di uscita può veramente fare la differenza. In un circuito in cui per circa il 50% si tiene il piede pigiato in pieno sull'acceleratore e in cui sarà fondamentale l'efficienza dell'ERS, il sistema di recupero energia che accresce la potenza del motore turbo.