Sochi, un Gran Premio (quasi) tutto da scoprire

Formula 1
Tra le molte incognite per il GP di Russia, ci sarà quella della scelta della strategia dei pit stop (Foto Getty)
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Il circuito dove si corre la sedicesima prova del Mondiale è l'unico in calendario sul quale i piloti non hanno mai girato. E le incognite in riva al Mar Nero saranno molte, a partire dall'affidabilità

di Roberto Brambilla e Fabiano Vandone

Capire e adattarsi. Per vincere il GP di Russia che si corre a Sochi piloti e tecnici dovranno scoprire molto in poco tempo. Il circuito stradale creato dagli organizzatori nella città sede delle Olimpiadi invernali 2014, è infatti l'unico in calendario su cui non si è mai corso una gara del Mondiale. Ecco come i team hanno preparato la gara e quali potrebbero le difficoltà in gara e in qualifica.

Preparazione ai box:simulatore e dati incrociati- Per avere un'idea di quali sono le caratteristiche della pista russa i tecnici e i piloti hanno usato due strumenti: il simulatore e i dati forniti dalle aziende che producono le componenti delle monoposto, come freni, power unit e gomme. Confrontando e incrociando i valori ottenuti gli ingegneri hanno un quadro abbastanza fedele del possibile comportamento della monoposto, potendo così avere buoni elementi per regolare la vettura.

Preparazione in pista: l'importanza del pilota – Oltre ai dati, per adattarsi bene al nuovo circuito un ruolo fondamentale c'è l'ha chi sta al volante. Il driver deve essere bravo prima a cogliere gli aspetti del circuito (possibili traiettorie, particolarità dell'asfalto) già nella ricognizione del giorni precedenti e poi quando sale sulla monoposto deve essere subito capace di capire eventuali imperfezioni, problemi e trasmetterli al box per lavorare sul miglioramento delle condizioni.

Aerodinamica, compromesso e bilanciamento – Il circuito di Sochi, il terzo più lungo del Mondiale, dopo Spa e Montmelò, ha un disegno che vede “convivere” ben 19 curve ma anche rettilinei molto veloci. Un layout che farebbe presupporre un assetto aerodinamico in cui si dovrà trovare un punto di equilibrio tra un carico alto necessario per le curve lente e una monoposto più scarica per i tratti in rettilineo in cui si può attaccare e sorpassare.

Gomme, occhi all'anteriore destro – A Sochi, decisive potrebbero essere le gomme. La Pirelli ha scelto per il GP di Russia le gomme medie e soft. Secondo le simulazioni il punto più critico per le coperture dovrebbe essere la T3, la curva più lunga del Mondiale dove sulla copertura destra dovrebbero essere scaricati circa 900 Newton di energia, il carico più alto dopo la curva 1 di Suzuka.

Power unit, affidabilità il vero punto di domanda– A Sochi, come in tutti i prossimi GP, più che sulle prestazioni, dove i limiti di ciascun fornitore sono chiari, sara' da tenere d'occhio la tenuta dei motori. Il tetto dei cinque motori a stagione ha portato i team ad utilizzare unità che sono già “consumate” e che se “maltrattate” potrebbero cedere e dare scossoni, anche in testa al Mondiale.