Benvenuti a Interlagos, dove le emozioni non mancano mai

Formula 1

Roberto Brambilla e Fabiano Vandone

Il circuito di Interlagos sede del GP del Brasile è il secondo più corto nel calendario del Mondiale (4.309 metri) dopo Montecarlo (Foto Getty)
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Il Mondiale di Formula 1 fa tappa per il suo penultimo atto in Brasile, sul tracciato a pochi chilometri da San Paolo. Corto, impegnativo e amato dai piloti, ecco cosa serve per "domarlo"

E' uno dei circuito dove si è scritta la storia della Formula 1. E come tutte le piste "vecchio stile", Interlagos sede del GP del Brasile, penultima tappa del Mondiale, è adorata dai piloti. Il tracciato costruito sulle colline di San Paolo però è anche dei più completi e impegnativi di tutto il calendario. Ecco l'analisi di cosa potrà decidere le qualifiche e la gara di domenica.

Quattro chilometri di saliscendi– Il tracciato di Interlagos, che ha preso la fisionomia attuale nel 1990, è il secondo più corto del Mondiale con i suoi 4.309 metri di lunghezza (dopo Montecarlo) ed è stato costruito in mezzo a due laghi artificiali. Una delle sue caratteristiche principali è quello di essere situato a quasi 800 metri di altezza e soprattutto di avere diversi cambi di pendenza (vedi la partenza in salita) lungo il giro che si percorre, come solo Singapore, Abu Dhabi e Austin in senso antiorario.

Alto carico aerodinamico e ottimo telaio – Il disegno molto tortuoso, specialmente nel settore centrale, spingerà i tecnici a preparare una vettura con molta deportanza che assicuri maggiore aderenza in curva e un settaggio del telaio, che insieme agli pneumatici, consenta il massimo grip meccanico nelle curve lente. E per definire al meglio il carico aerodinamico bisognerà anche tenere conto dell'altitudine, che potrebbe influire sul livello di deportanza.

Gomme, le insidie dell'asfalto nuovo – Le gestione degli pneumatici Pirelli, Soft e Medium queste le scelte del fornitore unico, avrà come sempre un ruolo importante. Le alte velocità in curva realizzate con il motore “in pieno” sollecitano la gomma sia lateralmente che longitudinalmente con le coperture che alzano la loro temperatura. A Interlagos le difficoltà potrebbero venire anche dalle caratteristiche dell'asfalto brasiliano. Già ondulato e “scivoloso” per natura è stato rifatto recentemente. Un nuovo fondo che dovrebbe essere in teoria meno abrasivo, ma che non essendo “gommato” potrebbe creare difficoltà a inizio gara.

Motore, il turbo sbuffa – Nel comparto power unit il componente più sotto stress sarà proprio il turbocompressore. Che visti i 786 metri di altitudine del tracciato e la conseguente aria rarefatta farà più fatica per sprigionare la massima potenza. E gli ingegneri dovranno trovare una buona mappatura per l'elettronica per avere la migliore coppia possibile, capace di sviluppare una buona potenza ma anche di evitare fenomeni di sovrasterzo e pattinamento che portano all'usura della gomma.

Piloti, che fatica – Anche se lo amano molto per le sfide che gli propone Interlagos è massacrante per chi siede nell'abitacolo. Oltre al clima molto umido i piloti soffrono le violenti decelerazioni, soprattutto perchè dato che si corre in senso anti-orario sollecitano il collo sulla parte sinistra, quella che normalmente è meno abituata.