Gomme e affidabilità, le chiavi di Abu Dhabi

Formula 1

Roberto Brambilla e Fabiano Vandone

La gara di Abu Dhabi comincia alle 17 ora locale con la luce naturale e termina con i riflettori (Getty)
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Nell'ultimo GP della stagione, che assegnerà il titolo piloti, molto dipenderà dalla capacità di gestione degli pneumatici e dalla tenuta dei componenti delle monoposto. Senza dimenticare i nervi...

Una gara senza domani. Il GP di Abu Dhabi, ultima prova del Mondiale 2014, sarà la gara che deciderà chi sarà il campione del mondo tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Un verdetto che passerà dalla bravura dei piloti, ma anche da alcune scelte tecniche. Ecco cosa potrebbe fare la differenza sotto i riflettori di Yas Marina.

Il tracciato - Il circuito, progettato da Hermann Tilke, misura 5.554 metri con due rettilinei e 21 curve, sette delle quali nella lunga sequenza dopo la partenza, interrotta da un lungo rettilineo (1,2 km) percorso con il gas in pieno per 15 secondi. Un disegno tortuoso con sei curve che si percorrono sotto i 100 km/h, due punti (tra la turn 7 e 8 e tra la 10 e la 11) in cui poter attivare l'ala mobile (il DRS) e una caratteristica unica: una pit lane molto lunga che passa con un tunnel sotto la pista. Tra il giorno e la notte– La gara di Abu Dhabi si corre in condizioni speciali. Libere 1 e Libere 3 di giorno con temperature alte, mentre libere 2, qualifiche e gara si svolgono nel tardo pomeriggio, a cavallo dell'ora del tramonto con escursioni termiche tra inizio e fine del GP. Condizioni variabili che rendono più diffiicile l'elaborazione di una strategia e che richiedono ai team una perfetta capacità di adattamento nel corso della gara e delle sessioni di prova.

Gomme, occhio alla gestione e alla sabbia – Correre in condizioni così particolari con temperature che cambieranno sensibilmente in gara impone alle scuderie di prestare particolare attenzione a conservare le gomme. Le Soft e Supersoft Pirelli, che dovrebbe avere tra di loro un gap ridotto a livello di prestazioni, saranno messe alla prova anche dall'asfalto di Abu Dhabi, abrasivo e sporco a inizio week end per la sabbia che si deposita sul tracciato, oltre che dal disegno del tracciato con una prima parte in cui gli pneumatici dovranno assicurare quel grip meccanico che il carico aerodinamico non può dare.

Affidabilità, cambio e freni a dura prova – Il tracciato di Yas Marina sollecita per il suo design la trasmissione con più di 3400 “cambiate” con la prima marcia come rapporto più sollecitato. Come stressato sarà l'impianto frenante, con punti in cui si passa da velocità medio-alte a altre molto basse con conseguente usura di dischi e pinze. L'incognità più grande però sarà l'affidabilità dell'intera monoposto con le componenti stressate da più gare e sempre di più a rischio rottura.

Lewis-Nico, a voi – L'ultimo GP sarà anche la resa dei conti per i due piloti Mercedes. Hamilton ha 17 punti di vantaggio, il futuro nelle proprie mani e una maggiore abitudine a correre queste gare senza appelli (fino a ora ne ha corse due, con una vittoria e una sconfitta), mentre Nico sa che non ha nulla da perdere, su un circuito quello di Abu Dhabi che per caratteristiche lascia poco spazio alla fantasia del pilota, con traiettorie definite, in cui mettere le gomme fuori dai cordoli potrebbe voler dire compromettere la gara.