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La RB13 pezzo per pezzo: smontiamo la Red Bull

Formula 1

Cristiano Sponton

Daniel Ricciardo a bordo della RB13 durante i test di Barcellona (foto getty)

L'ANALISI TECNICA. VOTO 7 alla RB13. Dopo Mercedes e Ferrari, anche la Red Bull ha tolto i veli alla propria RB13. Ci si aspettava molto, forse troppo, dalla nuova vettura di Newey ed è per questo che siamo rimasti un po' delusi da questa macchina. Delusi perché, almeno per ora, non si sono viste grosse novità tecniche ad esclusione del "buco" sul muso e delle pance

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All'anteriore colpisce il foro presente nella parte anteriore del muso, che ricorda quello che la Red Bull utilizzava già nella stagione 2014. Soluzione che è studiata per portare quanta più aria possibile nella parte inferiore del telaio per una maggior generazione di carico aerodinamico tramite il generoso diffusore posteriore in versione 2017.

L'ala anteriore, rispetto al 2016, presenta una forma a delta, confermato il tunnel e il concetto aerodinamico generale dell'ala, con la parte esterna che espelle l'aria ai lati e al di sopra degli pneumatici anteriori.

La RB13 dovrebbe ritornare ad utilizzare il sistema S-Duct, ossia quel componente che incanala l'aria turbolenta da sotto il naso espellendola sotto forma di flusso laminare al di sopra della vettura con l'obiettivo di aumentare la pulizia dei flussi sotto il telaio della vettura. La posizione di ingresso dell'S Duct è molto avanzata seguendo la filosofia tracciata lo scorso anno dalla Mercedes.

Oltre al S-Duct verranno utilizzati anche i mozzi soffianti per cercare di ridurre le turbolenze che si vengono a generare dal rotolamento dello pneumatico e che disturbano l'efficienza aerodinamica generale della monoposto, soprattutto tra parte centrale e posteriore della vettura.

La parte centrale della vettura del team anglo-austriaco è senza dubbio quella meno interessante in quanto sembra che, le soluzioni più interessanti, siano state tenute nascoste. I deviatori di flusso sono molto simili a quelli della RB12 con l'eccezione dei bargeboard che risultano essere stati maggiorati nelle dimensioni ma senza grossi spunti tecnici. Piccole, ma lo erano anche sulla RB12, le prese d'aria che portano aria fresca ai caldi radiatori contenuti nelle pance.

Il fondo ha come tutte le vetture già presentate, nel bordo di attacco una parte rialzata per incanalare un flusso d'aria maggiore sotto la vettura che vada ad alimentare il diffusore, cercando di aumentare il carico aerodinamico.

Al posteriore c'è sicuramente da notare il grande lavoro che i tecnici del Team Red Bull hanno fatto per liberare la parte superiore del fondo, zona fondamentale se si vuole cercare una miglior generazione di carico aerodinamico tramite l'estrattore. Il fondo nella parte davanti alle ruote posteriori non sembra essere troppo curato, con le soffiature orizzontali aumentate in larghezza, soluzione adottata anche da altri Team visto che il regolamento tecnico 2017 lo permette.

Anche sulla RedBull RB13 viene confermata la pinna stabilizzatrice cercare di "ripulire" il flusso d'aria diretto verso la bassa ala specifica 2017. Presenti anche sulla RB13 le soffiature "aperte" nella parte alta degli endplate in stile Toro Rosso 2016.

A livello meccanico confermato il push rod alla'anteriore con terzo elemento che quest'anno dovrebbe risultare completamente idraulico. Al posteriore, invece, si continuerà ad utilizzare la pull rod.