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Formula 1, GP Singapore. Arrivabene: "Leclerc scelta per il futuro Ferrari. Schumi Jr, porte sempre aperte"

Formula 1

Nella conferenza dei team principal, Maurizio Arrivabene torna sulla trattativa che ha portato Leclerc in Ferrari. Su Vettel: "Colpa mia quando i risultati non arrivano". Chiarisce il suo pensiero sugli ordini di scuderia e poi sul figlio di Schimi dice: "Lasciamolo crescere, ma le porte di Maranello sono aperte"

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A Singapore una conferenza stampa dei team principal "monopolizzata" dalla Ferrari, con le domande su Leclerc e il futuro del Cavallino alle quali ha risposto Maurizio Arrivabene. Il numero 1 del "muretto rosso" è tornato sulla trattativa che ha portato il giovane monegasco alla squadra di Maranello (dal prossimo Mondiale), per poi affrontare altri argomenti come gli ordini di scuderiaSebastian Vettel ("Se i risultati non arrivano è colpa mia" e Mick Schumacher, figlio del 7 volte campione del mondo e che tanto bene sta facendo nella Euro F3.

Leclerc, la scelta giusta

"Quando si prendono decisioni come questa non si deve guardare solo all'impegno a breve termine, ma anche quello a lungo termine. E ciò vuol dire guardare al futuro, il futuro del team e di come cresceremo un giovane talento e di cosa ci vogliamo aspettare da lui. E' semplice, non è una decisione presa dai Simpson (il cartone, ndr), ma da me. E l'ho discussa anche con i dirigenti più importanti. Sono diversi i fattori che hanno portato a questa decisione, ma ciò non inficia il rispetto che ho per Raikkonen, un grande come persona e come pilota. Ma se si deve fare una scelta per il futuro del team, io credo sia stata fatta quella giusta per noi e per Kimi. E il modo in cui abbiamo scritto il comunicato stampa è intenzionale. Abbiamo usato uno stile diverso, infrangendo un po' le regole della Ferrari, abituata a comunicare queste cose in una riga. Le abbiamo infrante per un tributo a Kimi e augurargli il meglio per il futuro. E il meglio per il futuro è qui".

Parola d'ordine "tranquillità"

"Il primo errore con Leclerc sarebbe mettergli addosso troppa pressione. Potenzialmente un errore enorme. Charles è un ragazzo che ho messo sotto contratto il 26 ottobre 2015, è stato il suo primo contratto con la Ferrari Divers Academy e questo accordo aveva già progettato il suo futuro per la F1. Avevamo preso già un impegno che poi abbiamo rinnovato. Stesso percorso abbiamo preparato anche per Giovinazzi. Questo vuol dire che abbiamo cambiato l'organizzazione dell'Academy ma anche il modo in cui svilupperemo i talenti del futuro. Ecco perché Leclerc non è una grossa sorpresa per noi. E' uno dei piloti più talentuosi della F1 e grazie al cielo è cresciuto con noi e spero continuerà con noi la sua carriera. Di sicuro lo farà almeno fino al 2022. Detto questo, se guardiamo alla situazione complessiva nel paddock, credo che questo sia anche un segnale di come i team vogliono approcciarsi alla F1. La Mercedes, ad esempio, un paio di anni fa ha scelto un giovane Bottas da affiancare ad un campione come Hamilton. Oppure la Mclaren, che per il prossimo anno punta su Sainz con un giovane esordiente, mentre la Sauber ha scelto l'esperienza di Raikkonen. Anche la Red Bull è stata coraggiosa nell'affiancare Gasly a Verstappen. Nulla di strano, ma un segnale per me positivo da parte della F1 per creare i futuri campioni".

Chiarezza sugli ordini di scuderia

"Svolgiamo il nostro lavoro con il massimo impegno professionale. Prima di una gara guardiamo i video delle partenze e il nostro team manager dà istruzioni ai piloti sulle migliori traiettorie da seguire. Unico ordine di scuderia che puoi dare è sulla prima curva ed è un 'ragazzi, vorrei avere entrambe le macchine intere". Tutto il resto è insensato e vi spiego perché: Raikkonen a Monza era in pole position, siamo d'accordo su questo? Vettel era a 8 metri da lui. Allora, come potete pensare che Kimi possa guardare al suo fianco per vedere dov'è Sebastian? Quindi, secondo voi, l'ordine dovrebbe essere 'Kimi, per favore rallenta alla partenza e non ti preoccupare se Hamilton e gli altri ti supereranno'. Ma di cosa stiamo palando? Gli ordini di scuderia, poi, non sono stati inventanti a Monza la scorsa settimana. Sono in F1 da 28 anni li ho sempre sentiti. Ci sono molti modi per impartirli, ma lì non c'è stato tempo di darli a nessuno perché alla terza curva è successo ciò che è successo. Non vi aspettate ordini da me alla prima curva, sarebbe da pazzi".

Il figlio del campione

"Schumi Jr? Credo che l’importante sia lasciarlo crescere senza imporgli troppa pressione. I risultati recenti sono stati molto buoni e gli auguro una grande carriera. Con un nome come il suo, che ha scritto pagine di storia della Ferrari, le porte di Maranello sono sempre aperte per lui, ma senza bruciare le tappe. E’ una decisione familiare, una scelta che spetta alla famiglia Scumacher ma lasciamo che questi ragazzi si divertano. Devono essere concentrati, determinati ma allo stesso tempo devono divertirsi con un passo magari lento ma sicuro. Vedremo quale sarà il loro futuro, ma a Maranello come si può dire no a un nome come il suo?".

Gli errori di Vettel 

"Li chiamate errori, se guardiamo alla F1 tutti commettono errori, grandi o piccoli che siano. Se siamo un team vinciamo e falliamo insieme, non voglio puntare il dito contro Sebastian. Nessuno è stato contento dopo Monza ovviamente, ma pensiamo al resto della squadra. Se a Monza avessi puntato il dito contro Vettel, avremmo dovuto guardare anche ai problemi aerodinamici, ai problemi del pit-stop, a quelli del motore. I ragazzi che sono responsabili delle diverse aree avrebbero potuto pensare: “Adesso sta puntando il dito contro Sebastian, la prossima volta potrebbe essere il nostro turno”. Non è questo che voglio fare. L’unico che commette errori sono io, il responsabile del team. Se i risultati non arrivano la responsabilità è mia, non di Vettel, degli ingegneri o dei meccanici. Se c’è qualcuno a cui volete dare la colpa lo avete davanti agli occhi. Io accetto tutto le critiche, in 3 anni e mezzo non ho chiesto nulla, soprattutto quelle di chi ha vinto prima di me, però se sono in buona fede non in mala fede perché non è corretto. Io sono una persona corretta e mi piacerebbe sentire commenti in buona fede".

La decisione su Raikkonen

"Kimi sta bene, lo ha dimostrato in conferenza dove ha cercato anche di essere spiritoso. La decisione l’ho presa io, non Homer Simpson. Il rapporto con Kimi è molto buono, lui ha capito la mia decisione. Il mio lavoro non consiste solo nell’imporre una decisione, ma anche nello spiegare il processo che ha portato a questa scelta e io l’ho fatto. Raikkonen non ha provato a farmi cambiare idea, è un pilota professionista e professionale. Ho sentito che qualcuno ha detto che dirglielo a Monza è stato sbagliato, pensate se glielo avessi detto in Belgio. Vettel ha vinto la gara, Kimi era nella stessa situazione e allora sarebbe stato sbagliato dirglielo a Spa. Il momento giusto non è scritto sulla carta, ma firmiamo un contratto con un pilota professionista. Considero i miei piloti 2 professionisti e mi aspetto da loro il massimo del professionismo e dell’impegno. Devono usare tutte le loro abilità: Kimi è uno di questi piloti. Kimi era così nervoso e infelice che glielo avessi detto giovedì a Monza che ha fatto la pole il sabato (scherza, ndr). Stiamo parlando di piloti professionisti".