F1, com'è cambiata la sicurezza in pista dopo la morte di Senna
LE MISURE
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L'incidente di Ayrton Senna ha segnato un prima e un dopo nella Formula 1: dopo il 1994, la FIA ha lavorato per provare a migliorare la sicurezza dei piloti: da cavi di ritenzione e HANS nei primi anni 2000 fino all’HALO nel 2018. Di seguito come è cambiata, e soprattutto migliorata, la sicurezza in Formula 1 nel corso di questi anni
A cura di Matteo Bobbi
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- Il 1994 è il vero spartiacque per la sicurezza in F1. Appena due settimane dopo le tragedie di Senna e Ratzenberger a Imola, Wendlinger finisce in coma dopo uno spaventoso incidente nelle prove libere di Monaco: il pilota austriaco si riprenderà ma la FIA capisce che non si può più aspettare e comincia a investire in modo deciso sulla sicurezza
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- Per prima cosa vengono alzate le protezioni ai lati della testa dei piloti, vero punto critico. E in generale vengono alzati gli standard a 360°: procedure in pista, crash test, tute dei piloti, personale medico e paramedico, ogni area riguardante la sicurezza viene gradualmente implementata e migliorata
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- Nel GP d’Italia del 2000, alla variante della Roggia il leone della squadra Cea Paolo Gislimberti perde la vita colpito da una ruota volata via in un contatto: per evitare tragedie simili la FIA introduce cavi di ritenzione: se ci fate caso al giorno d’oggi è molto raro vedere delle ruote staccarsi dalle monoposto
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- Si capisce poi che il collo in caso di forti decelerazioni resta un altro punto troppo debole per non studiare qualcosa di utile. È cosi che nasce nel 2003 l’HANS, un sistema che permette di evitare al collo eccessivi allungamenti in caso di decelerazioni
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Caschi di Massa nel 2009 e Chilton nel 2013 colpito da un detrito in pista. FOTO da: @Formula1Fanpage - FB
- A Budapest nel 2009 una molla staccatasi dalla vettura di Barrichello colpisce come un proiettile il casco di Felipe Massa, proprio nell’unico punto debole tra la visiera e la calotta, ferendo il pilota: successivamente a questo episodio la FIA interviene posizionando una protezione proprio in quel punto
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- L’ultima tragedia in F1 segna un altro punto di svolta decisivo: sotto la pioggia di Suzuka nel 2014 un violentissimo impatto contro un mezzo di soccorso costa la vita a Jules Bianchi. La FIA si impegna nello studio di un sistema di sicurezza in grado di proteggere la testa del pilota e così nel 2018 fa il suo debutto l’HALO
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- Parliamo di un sistema inizialmente guardato con diffidenza dai piloti ma che negli ultimi anni ha salvato tanti di loro: su tutti Grosjean nel drammatico incidente in Bahrain nel 2020 e Hamilton, sovrastato dalla ruota di Verstappen nel 2021 a Monza