GP Monaco, l’analisi tecnica della gara

Formula 1

Cristiano Sponton

Sebastian Vettel, Ferrari (GP Monaco) - Foto: Getty Images
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Fine settimana colorato di Rosso nel Principato di Monaco con la Ferrari che, dopo aver dominato le qualifiche, è riuscita a cogliere in gara un’importantissima doppietta con Vettel e Raikkonen. Analizziamo strategie e momenti chiave del GP

La gara di Monaco non ha regalato molte emozioni in pista, ma questa è una caratteristica del tracciato di Monte Carlo dove, di solito, la corsa viene decisa dalla qualifica e dalle strategie.
Anche domenica sono state fondamentali per l’esito della gara che fino al momento dei pit-stop era stata piuttosto lineare (il sorpasso in pista è quasi impossibile). E’ stata proprio la strategia a permettere a Vettel di scavalcare Raikkonen che, fino al momento del valzer dei pit stop, aveva condotto il GP ma non era riuscito a costruirsi un buon gap sul compagno di squadra.

Il momento chiave

Giro 31 con Raikkonen al comando, Vettel secondo con un distacco di 1,5s e Bottas terzo con un vantaggio su Verstappen di 1,5s.
Il muretto della Red Bull, al giro 32, richiama ai box Verstappen nel tentativo di effettuare un undercut nei confronti di Bottas e della Mercedes. Scelta errata, in quanto, il pilota olandese si è ritrovato nel traffico di Sainz e non ha potuto sfruttare l’extra grip delle gomme Super Soft nuove. La mossa della Red Bull ha scatenato un effetto a catena perché in pochi giri sono stati richiamati ai box Bottas e Raikkonen mentre Vettel e Ricciardo sono rimasti in pista. La scelta fatta dal muretto Mercedes è stata corretta per andare a difendere la posizione su Verstappen visto che, tempi alla mano, il pilota olandese non era riuscito a guadagnare quello che gli ingegneri di Milton Keynes si aspettavano per scavalcare Bottas.

Anticipare il pit stop (undercut) non sempre paga

Da questa gara abbiamo avuto la dimostrazione che, sui tracciati in cui il degrado è praticamente nullo e dove è molto difficile portare in temperatura le gomme, specialmente quelle anteriori, l’undercut è una strategia che è molto difficile da realizzare. Guardando alla gara di Ricciardo, il muretto Red Bull è stato piuttosto intelligente. Obbligando Bottas a rispondere al pit stop di Verstappen (penalizzato dall’undercut) ha lanciato infatti Ricciardo alla conquista del podio.

Perché la Ferrari ha richiamato Raikkonen?

Il muretto della Rossa non aveva necessità di difendersi dai pit stop di Bottas e Verstappen, in quanto, Raikkonen aveva un gap di 6,1 s su Bottas e il pilota finlandese della Mercedes dopo il pit stop era finito nel traffico di Sainz. Se proprio volevano difendersi perché non fermare Vettel che era più a rischio rispetto al compagno di squadra?

Analizzando l’intero primo stint di Raikkonen e Vettel si nota che il ritmo della SF70H del finlandese era salito molto negli ultimi giri. Questo aumento dei tempi sul giro era solo in parte dovuto a qualche difficoltà nei doppiaggi dato che anche senza traffico il ritmo non era dei migliori (grafico in basso). La SF70H è sembrata essere in difficoltà con il posteriore e per questo il muretto Ferrari ha subito richiamato Raikkonen per il pit stop. Scelta non felicissima. Forse si poteva attendere il giro successivo visto che “pittando” al giro 34 Raikkonen si è ritrovato nel traffico di Werlhein e Button che, seppur doppiati, gli hanno fatto perdere del tempo prezioso.

Vettel e i giri a ritmo qualifica

La strategia adottata per Raikkonen non toglie alcun merito a Vettel che si è dimostrato, in gara, il pilota più veloce, meritando la vittoria nel GP. Il pilota tedesco ha gestito nel migliore dei modi gli pneumatici ed ha controllato, costantemente, il distacco su Raikkonen non permettendo al compagno di squadra di allungare. Ritrovatosi con pista libera ha spremuto al massimo le sue gomme Ultra Soft realizzando tre giri da qualifica, riuscendo a costruirsi il gap sufficiente (vedi grafico in basso) per effettuare il pit stop ed uscire davanti al compagno di squadra. Un pit stop che poteva anche tranquillamente essere ritardato in quanto le gomme del pilota tedesco erano ancora in ottimo stato. 

Hamilton da tredicesimo a settimo

Lewis Hamilton, rivale di Vettel per il Titolo, ha terminato la gara in settima posizione perdendo punti preziosi dal rivale che, dopo Monaco, ha un vantaggio in classifica di 25 punti. Partito dalla posizione 13 è riuscito a scavalcare in partenza Vandoorne e grazie all’ottima strategia è risalito fino alla settima posizione. Dopo le qualifiche disastrose era difficile ottenere un risultato migliore per il tre volte campione del mondo.

La gara di Monaco ha dimostrato il grande potenziale della Ferrari SF70H che, fino ad ora, si è dimostrata competitiva su tutte le tipologie di pista e che riesce a sfruttare a meraviglia le nuove gomme Pirelli specialmente quelle più soffici. La Mercedes, invece, è una vettura con molto potenziale ma dalle prestazioni molto altalenanti con un grosso handicap: non riesce a sfruttare gli pneumatici come faceva negli anni scorsi. Questo non sembra essere un problema momentaneo e sarà molto difficile porvi rimedio in tempi brevi.

Vedremo tra quindici giorni se in Canada, su una pista totalmente diversa dal toboga di Monte Carlo, la Ferrari riuscirà a confermare il vantaggio tecnico evidenziato in questo fine settimana o se ci sarà una pronta risposta della Mercedes.