Formula 1, GP Canada: nei pensieri di Vettel, difficile dimenticare Montreal

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Vettel ha lasciato il Canada con l'amaro in bocca per un vittoria sfumata a causa di una penalità discussa e che continua a far discutere. Sul volo di rientro da Montreal ha passato molto tempo a scrivere. Chissà che non sia una memoria utile ai giudici: la Ferrari, infatti, andrà in appello

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Uno qualunque, uno sereno, sull’aereo dorme, guarda un film, ascolta la musica, immaginandosi altrove magari. Uno che non ha nulla da fare intendiamo. Un manager invece apre il computer e scrive. Anche Sebastian Vettel a quanto pare scrive, a mano e su carta. Lo ha fatto per ore sul volo di ritorno da Montreal dove un dolore enorme, come quello sportivo che ha provato, deve avergli acceso l’ispirazione. Come se addosso non avesse nemmeno una legittima spossatezza da GP; andato male per giunta. Dai momenti di dolore o di grande gioia (non il caso di Vettel) sono scaturiti i migliori capolavori della poesia e della musica; quando la penna si muove secondo le istruzioni del cuore, lasciando al cervello una parte soltanto defilata nella coreografia delle sensazioni. Che sia semplice narrativa, oppure rabbia, tristezza, senso di vendetta o perdono si tratta comunque di elementi puri. Se Vettel in volo avesse scritto della sua manovra, di quel che ne è seguito, su quei fogli c’è un contenuto interessantissimo. Data la circostanza, la solitudine, le nuvole per contorno, il ronzio intorno e la mano che guida la penna, ci piace immaginare che sia una cosa scritta bene, una cosa di cui tenere conto. Una memoria utile ai giudici, che li tocchi un pochino al di là dei dati oggettivi, dei giudizi e dei pregiudizi.