Formula 1, Charles Leclerc: "Di Hamilton ammiro costanza e forza mentale"

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Il monegasco si racconta in un'intervista a tutto tondo alla rivista Sette e tra i suoi colleghi cita Hamilton: "A Lewis ruberei costanza e forza mentale. Mi sto allenando molto per arrivare al suo livello". Se dovesse scegliere tra i piloti del passato: "Ayrton, per il talento. Era un fenomeno"

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IL CALENDARIO DEL MONDIALE

Che Charles Leclerc sia uno dei futuri pilastri della Formula 1 è cosa ormai nota. Al primo anno alla guida della Ferrari, il monegasco ha totalizzato 5 podi e "rischiato" di vincere due gare, prima in Bahrain e poi in Austria. Con 24 punti di distacco dal suo compagno, il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, Leclerc sta dando prova di possedere una mentalità da vero perfezionista e grande talento, a volte ancora in penombra e il lotta con una Rossa problematica. In una lunga intervista con la rivista Sette del Corriere della Sera, il ferrarista ha citato alcuni suoi colleghi, tra tutti, il leader del Mondiale Hamilton, per il quale ha avuto parole di ammirazione: "Cosa ruberei a Lewis? La costanza e la forza montale. La capacità di sapersi esprimere sempre al massimo. Tutti possono fare un bel giro, la differenza è metterne tanti insieme nei momenti che contano. Mi sto allenando tanto per riuscirci". Contrasti con Max Verstappen fino ai tempi dei kart, la rivalità c'è ma Leclerc mette a tacere le voci su qualsiasi tipo di astio: "Non è vero che non ci sopportiamo, anche se da piccoli non ci salutavamo perché confondevamo il pilota con la persona, eravamo immaturi. Adesso non mischiamo più le due cose, per fortuna".

Leclerc tra la passione Ferrari e il mito di Senna

Il racconto di Charles prosegue fino a toccare argomenti più personali. Il pensiero va al padre Hervé Leclerc e all'influenza che ha avuto nella carriera del figlio. Proprio lui gli ha trasmesso la passione per Senna e se dovesse scegliere un mito dal passato non avrebbe dubbi: "Ayrton, per il talento. Era un fenomeno". Poi il sogno Ferrari e la determinazione di seguire le orme dell'amico Jules Bianchi, suo grande punto di riferimento. "Non è facile descrivere quello che ho sentito la prima volta - ha sottolineato a proposito dell'importanza di guidare la Rossa della Formula 1 - Essere un pilota della Ferrari richiede anche concentrazione, determinazione, dedizione. Con il tempo ti abitui, ma ogni volta che indossi la divisa provi una sensazione speciale. Poi arrivi in pista, entri in una bolla e pensi solo a guidare al meglio".