Marquez e Rossi al top, Pedrosa ko: il bilancio del 2014

MotoGp
Marc Marquez e Valentino Rossi si sono dimostrati i due piloti migliori della MotoGP per risultati e continuità (Getty)
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Nell'ultimo giorno dell'anno la MotoGP analizza il campionato terminato il 9 novembre a Valencia. Tra fenomeni, campioni rinati e delusioni, le valutazioni sui dodici mesi appena trascorsi

Qualche promosso a pieni voti, qualcuno con una sufficienza striminzita ma anche tanti bocciati. Il 2014 arriva alla fine e anche la MotoGP dà le sue pagelle. Tra risultati e progressi ( o regressi). Dal campione del Mondo Marc Marquez ai piloti delle retrovie.

Marc Marquez (Honda) – Tredici vittorie in una stagione, meglio di Doohan e come nessuno nella storia. Merito certo della moto giapponese, ma anche del suo talento. Il migliore in qualifica, il migliore in gara. Al netto di qualche errore, un fenomeno.

Valentino Rossi (Υamaha) – L'unico a stare dietro a Marc Marquez, nonostante un mezzo inferiore. Si toglie la soddisfazione di vincere due volte, una "in casa" a Misano. In crescita costante, con questi presupposti nel 2015 sarà un osso duro. Eterno.

Jorge Lorenzo (Υamaha)-
Il quattro volte campione del mondo ha avuto un 2014 dalle due facce. La prima scura (due podi nelle prime otto gare), la seconda luminosa. Con due vittorie e un ruolo da terzo incomodo dietro Marquez e al compagno Rossi. E' stato inferiore ai primi due, ma ha lottato. Almeno.

Dani Pedrosa (Honda) – Il confronto con Marquez è impietoso. 116 punti in meno di Marc ma soprattutto qualche difficoltà di troppo. Che hanno fatto apparire comprimario un grande pilota come lo spagnolo. Nel 2015, se la Honda sarà ancora così dominante, Pedrosa potrà (e dovrà) fare meglio.

Andrea Dovizioso (Ducati) – L'azzurro sulla Rossa di Borgo Panigale ha fatto un grande anno. Due podi, una pole position (a Motegi) e a parte un ritiro sempre nella top ten. Meglio in qualifica in gara, per via anche della configurazione Open (anche se "sulla carta" Factory 2), ha surclassato il compagno di squadra Crutchlow. Nel 2015 potrebbe fare ancora meglio.

Andrea Iannone (Pramac) – Il 2014 di Crazy Joe è stato di assoluto livello. Ha raggiunto il miglior risultato in carriera in MotoGP (5°) e soprattutto in qualifica ha bazzicato spesso tra prima e seconda fila. Bravissimo come sempre nei corpo a corpo, deve crescere nella gestione della gara. Si è comunque guadagnato il team ufficiale Ducati.

Cal Crutchlow (Ducati) – L'inglese è arrivato nella casa italiana con tutti i buoni propositi, ma ha fallito. Solo 74 punti, con otto ritiri e un unico acuto, il terzo posto in Aragona. L'anno prossimo avrà una nuova moto, la Lcr Honda. Da rivedere.

Pol Espargaró (Monster Yamaha Tech 3)– Il ragazzo, classe 1991, arrivava in MotoGP da campione del mondo di Moto2 ma il cambio di categoria non l'ha quasi “sentito”. Molto bene in prova (anche una prima fila in Francia) discreti risultati in gara con un quarto posto a Le Mans. Promessa.

Aleix Espargaró (Forward Υamaha)– Il più grande dei fratelli, sulla moto svizzera, ha perso il confronto con Pol di 10 punti, ma ha vinto quello tra le Open del campionato. Stagione di regolarità e con un colpo, il secondo posto in Aragona. Usato sicuro.

Stefan Bradl (LCR Honda) – Per il tedesco doveva essere l'anno della consacrazione, invece, complice qualche errore di troppo, è stata la stagione della delusione. Con al massimo tre quarti posti e occasioni mancate. Nonostante una buona moto.

Colin Edwards (Forward Yamaha)Texas Tornado parcheggia la sua moto. Dopo 195 GP e dodici podi. L'ultimo mezzo anno è una passerella che lui chiude con un 13°posto a Austin. Chapeau.

Hiroshi Aoyama e Nicky Hayden (Drive M7 Aspar) – Stagione, nelle retrovie, per i due piloti del team di Jorge Martinez. In classifica si è piazzato meglio il giapponese anche se Kentucky Kid ha vinto il GP della sfortuna, saltando ben quattro gare per infortunio.

Mike Di Meglio e Hector Barberà (Avintia Racing) – I due rider della scuderia di Madrid deludono. Lo spagnolo quasi “tripla” il compagno di squadra, cogliendo anche un quinto posto in Australia. Peggio il francese, campione del mondo, al massimo 12° ad Indianapolis.

M.Laverty e Broc Parkes (PBM) – I piloti del team di Paul Bird si congedano dalla MotoGP con un campionato anonimo. Mai nella top ten, mai in Q2 della stagione, con al massimo un 11° posto in gara e un 18° in qualifica.

Υonny Hernandez (Pramac) – Stessa moto e metà dei punti del compagno Andrea Iannone. Ha duplicato le prestazioni del 2014, ma con la nuova moto doveva fare decisamente meglio. Un solo piazzamento nella top ten non basta.

Bradley Smith (Monster Yamaha Tech 3) – Il ragazzo di Oxford prende 15 punti dal compagno Pol Espargaró, ma disputa comunque una stagione discreta. Tre volte fuori dalla top ten e un podio, il primo della carriera in MotoGP. Il 2015 potrebbe essere l'anno della crescita.

Scott Redding e Alvaro Bautista (Go&Fun Honda Gresini) – Le due moto del team Gresini hanno fatto un Mondiale quasi “fotocopia”. Otto punti di differenza e un podio in più a favore dello spagnolo. Le Honda non hanno convinto e i due rider nemmeno.

Danilo Petrucci (Iodaracing Project) – L'azzurro di Terni ha fatto solo 17 punti, con troppe cadute. Petrux però ha sempre lottato, anche contro gli infortuni, sfiorando a Valencia la top ten. L'anno prossimo il futuro è il team Pramac. Forza!

Karel Abraham (Cardion AB Motoracing) -Solito anno in MotoGP per il pilota ceco. Nessun acuto, mai tra i primi dieci e ben sei gare non concluse. Un mezzo disastro. Meno male che il proprietario della scuderia è suo padre Karel Sr.