Paradosso MotoGP: osanniamo Yamaha, comanda Honda

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Rossi e Dovizioso cadono ad Assen, vince Miller davanti a Marquez (Foto Getty)

Il punto di Guido Meda. Davvero pazzo il Mondiale 2016. La Yamaha frena con la caduta di Rossi e la gara sottotono di Lorenzo (decimo). Nella classifica del mondiale Marquez è primo con un vantaggio abissale sugli avversari

Il piccolo Andrea Migno, digerito il primo podio della carriera, ascolta Rossi intervistato da Sky e poi conclude: "Anche oggi ho imparato qualcosa. Al suo posto avrei tenuto il muso per un mese. Lui invece è già alla prossima. Non molla".

E' vero, Rossi fa così. Magari ti spara in faccia una rabbia, ma un dramma non lo fa. Mai. In una depressione da fiasco sportivo non ci casca. Mai. Lui e Dovizioso sono due esempi di onestà nell’ammettere l’errore fatale di Assen. Erano in testa, uno dietro l’altro e si sono stimolati a vicenda; a fare troppo, a dare troppo, fino a buttarsi in terra. Così nella classifica del mondiale ora Marquez sta abbarbicato alla cima con un vantaggio abissale sugli avversari. Ed ecco i paradossi.

La Honda è ritenuta da molti, a cominciare da Marquez, nettamente inferiore alla Yamaha. Proprio come la Ferrari è inferiore alla Mercedes. Non solo: Rossi è ritenuto da tutti il pilota più in forma e veloce del momento. E anche Lorenzo, che dovrebbe essere il pilota più costante in assoluto, ce lo ritroviamo che invece affoga nel bagno di Assen senza farsi vedere mai vicino alla superficie. Confessa candidamente di essere inefficace, di aver paura di cadere, di non sopportare le gomme che porta la Michelin quando sono troppo dure. Non un buon segnale.

Tutta merce ottima in compenso per Marquez, al quale basta fare un pochino il ragioniere per fiaccarli entrambi. I punti di forza di Marquez erano fino a due anni fa una guida scriteriata che veniva perdonata da una moto fantastica. Ora che la moto non è più fantastica, la guida scriteriata è diventata (più o meno) accorta. Non facile batterlo, ma come dice Migno, Rossi non molla mai. Su Lorenzo, oggi (ma solo oggi) qualche dubbio ce l’abbiamo.