GP d'Austria, Ducati e i due gol "di testa"

MotoGp

Guido Meda

L'EDITORIALE. Vedere Iannone e Dovizioso primo e secondo in Austria sulla moto italiana apre il cuore. Aprirà anche un nuovo ciclo? La moto c'è quasi tutta. Basterà la botta di morale a fare il resto?

Anche se Brno arriva subito non è il caso di avere fretta a smaltire una sbornia rossa, doppia e bella come questa. Un'ebbrezza da doppietta Ducati con Iannone che vince davanti a Dovizioso. Jorge Lorenzo, terzo, è un futuro ducatista che ha preso paga dalla Ducati. Valentino Rossi, quarto, è un ex ducatista che ha preso paga dalla Ducati.

 

Mancando dal podio lui, il Valentino che di solito trascina tutto (al quale stavolta mancava un pelo per il podio) quella tutta italiana della Ducati è una compensazione ultradegna; anche se Marquez - qui  pervenuto poco - resta comodo in testa al mondiale. Ma la cosa più normale da chiedersi è se questo dell'Austria possa essere l'inizio di un nuovo ciclo Ducati.

 

Intanto diciamo che l'autodromo dello Spielberg neutralizzava i difetti della moto italiana e ne esaltava i pregi. Perfetto, con un buon numero di rettilinei per esprimere la propria potenza, la mancanza di curve a ritornare di quelle su cui la Ducati soffre e un asfalto con una grande aderenza per una moto che di aderenza non è mai sazia. Quindi se dipendesse dalla Ducati si potrebbe fare pure tutto il Mondiale qui.
Va bene, ma sarebbe storicamente sbagliatissimo non considerare che un po' per colpa della sfortuna, un po' per colpa di qualche eccesso di pilotaggio, la Ducati di quest'anno ha raccolto molto meno di quel che meritasse e che comunque, insieme a questa vittoria, tra Iannone e Dovizioso ci sono cinque podi su dieci gare. La moto è buona insomma, quasi tipo una Honda.

 

Iannone  - che nel 2017 passerà alla Suzuki - è un generoso cronico. Dovizioso - che resterà insieme a Lorenzo - un educatissimo, velocissimo, intelligentissimo tanto da riprendersi alla svelta dagli scoramenti. Gigi Dall'Igna, il capoprogetto, ha in testa il titolo Mondiale, è un tecnico competente con grande capacità di leadership su un gruppo di giovani italiani che lavorano a casa. Ecco, allora pensiamo che una botta di morale così possa rimettere tutte le cose a posto. Se non altro è bello sperarlo ed è giusto pensarlo, trattandosi di uno sport in cui è la testa a fare metà del gioco.