Bulega, 17 anni e tante chance per essere grande

MotoGp

Anna Maria Di Luca

Nicolò Bulega, 17 anni il 16 ottobre (Milagro)
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Oggi festeggia il suo compleanno in pista con un terzo posto a Motegi. Poco meno di una stagione fa trionfava a Valencia nel Cev Moto3. Con lo Sky Racing Team VR46 ha conquistato una pole e un podio a Jerez. E se in principio l'obiettivo era laurearsi Rookie of the Year, ora qualcosa è cambiato... 

Nicolò Bulega, giovane pilota emergente dello Sky Racing Team VR46, è a Motegi per il suo primo Gran Premio del Giappone. Un evento importante per la carriera dell'emiliano e che s'incorcia con un altro momento altrettanto significativo: oggi, infatti, compie 17 anni. Lo abbiamo raggiunto nei pressi Pesaro, prima che partisse per il Giappone, mentre era alla guida della sua microcar Ligier (la macchina che non richiede i 18 anni per essere guidata, ndr).

Ora quinto in classifica, come pensi finirà il Mondiale per te? 
"Le ultime gare sono le più difficili, gli avversari sono molto forti e io purtroppo non conosco nessuna delle piste che mi aspettano. A detta di tutti quella australiana è davvero molto complicata, dovrò imparare in pochissimo tempo".

Non ci sei neanche mai stato?
"In Giappone e Australia sono stato con papà. Lui aveva un team, ma ero molto piccolo e non avevo ancora iniziato con le minimoto. Ricordo solo che mi portò a dare da mangiare ai canguri e a vedere i pinguini. Tornarci da pilota è una bella emozione".

Come ti sei preparato per questa gara?
"Fisioterapia per braccio e mano, sento ancora la botta presa ad Aragon; poi molta palestra e tanto ranch. Prima di arrivare sui circuiti non chiedo mai di illustrarmeli, li voglio vedere da vicino, successivamente mi faccio consigliare".

Credi ci sia ancora spazio per diventare vicecampione del mondo?
"Il mio obiettivo era diventare rookie, ora le cose sembrano essersi messe in maniera diversa. Io ci provo, non sarebbe niente male al mio primo Mondiale. Se vincessi tutte le gare sarebbe molto facile (sorride, ndr). Navarro e Bastianini sono in uno stato di forma migliore del mio ed è il loro terzo anno, facile che il risultato vada a loro. Poi c'è Mir che è molto forte, e non sottovaluterei nemmeno Di Giannantonio". 

Ma sembri sorpreso della situazione in cui ti trovi... 
"Non mi aspettavo di riuscire a fare tante gare in top five. Sono cresciuto a piccoli step e sono migliorato in tutto".

Merito tuo, ma a chi altri lo daresti?
"Il team mi piace molto, è una bella squadra. L'ambiente è giusto e anche la moto è adatta a me".

Avere il ranch a portata di mano quanto conta?
"Vivere il ranch conta tantissimo, ti dà la possibilità di allenarti e prepararti anche insieme agli altri. Ti diverti di più e hai come stimolo, sempre presente, Valentino Rossi. E' il primo a darci consigli se ci vede in difficoltà, o quando glieli chiediamo".

Ti ha mai detto qualcosa che difficilmente dimenticherai?
" Sì, certo. 'Dai il massimo e anche se i risultati non arrivano sarà lo stesso'. Con queste parole Vale mi tranquillizza, le porto sempre in mente". 

A questo punto della stagione che voto ti daresti? 
"Non sono da 6 perché alla mia prima esperienza in un Mondiale Moto3 mi ritrovo tra i primi cinque. Un risultato al di sopra delle mie aspettative, pensavo di soffrire di più. Però non sono nemmeno da 8 perchè ho fatto un po' di errori, certo tipici di un rookie, ma avrei potuto evitarli. Quindi mi do un bel 7".

La carta in più di Brad Binder che si è aggiudicato il titolo?
"E' sempre stato costante e forte su tutte le piste, non è da tutti. Lui ha meritato di essere campione del mondo". 

Rossi è il tuo idolo, ma nel calcio c'è qualche campione che ti piace?
"Quando ero piccolo giocavo a pallone, poi ho smesso e non ho più neanche seguito il calcio. A me non piace stare a guardare, io voglio farle le cose. Questo per dire che  non conosco molti campioni ma Cristiano Ronaldo mi piace. Lui lo seguo attraverso i social network".