La MotoGP dopo i test in Australia: il bilancio

MotoGp

Paolo Beltramo

Pisland

Paolo Beltramo analizza i risultati dei test MotoGP a Phillip Island. Chi è andato forte e chi invece ha deluso, in attesa dell'ultima sessione in pista a Losail dal 10 al 12 Marzo (approfondimenti ed analisi sul canale 208 SkySportMotoGPHD)

Una costante che preoccupa. Viñales e Marquez là davanti anche in Australia, come in Malesia. Più veloci sul giro secco, più veloci sul passo gara. Velocità e costanza, ossia il magico mix per vincere le gare. Yamaha forte, pure questa una conferma, ma anche Honda e questa invece è una novità rispetto al precampionato passato, come conferma la posizione di un Pedrosa, malato, ma terzo. Presto - ancora - per dire, ma insomma, è già “attenti a quei due”.

Più difficile del previsto è invece stata per Valentino Rossi. Il Doc alla fine dei tre giorni di Phillip Island è 12° a quasi un secondo dal suo nuovo compagno. In Malesia era andata meglio, ma questa volta le sensazioni di un po’ di difficoltà e - alla fine - di stanchezza erano nette. Vedremo.

Sull’isola della moto non bene pure le Ducati, tutte indistintamente. Andrea Dovizioso settimo a 0.699 dal primo, Jorge Lorenzo appena dietro (ed è questo l’aspetto più positivo per il team italiano). Ma Phillip Island non è la pista più adatta alla Rossa. E Ducati deve ancora svelare la nuova carenatura con diavolerie deportanti che arriverà in Qatar.

Bene i debuttanti provenienti dalla Moto2: Jonas Folger addirittura quarto con la Yamaha Tech 3, Alex Rins sesto con la Suzuki, Zarco che ha già ben impressionato. Unica delusione, per ora, Sam Lowes ultimo con l’Aprilia e spesso in terra. Come dire che la Moto2 produce ottimi piloti pur non essendo una categoria di veri prototipi.

Buoni progressi per Aprilia, decima con Aleix Espargaro a soli 8 decimi dal primo e progressi con una nuova carena che sembra funzionare bene in attesa del motore migliore che arriverà in Qatar. Iannone, invece è stato meno veloce del compagno Rins, ma ha lavorato sul ritmo e sul prendere confidenza con la moto.

In crisi Scott Redding che senza Giacomo Guidotti sembra per il momento sperduto senza riferimenti e pure Petrux con la 2017 deve pagare lo scotto della mole di novità da testare, analizzare, promuovere, rivedere, scartare. La moto 2016 di Bautista, ad esempio, è una certezza. Sicuramente meno competitiva in prospettiva, ma al momento più facile da spremere a fondo.