Rossi: "Voglio il decimo titolo... e un figlio"

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La 22esima stagione nel Motomondiale, la ricerca del decimo titolo... e la voglia di paternità: a 38 anni il Dottore non smette di sognare: "La verità è che la mia seconda vita è già cominciata"

“La verità è che la mia seconda vita è già cominciata”. Valentino Rossi comincia così la sua intervista al Corriere. 38 anni compiuti il 16 febbraio, il Dottore sta preparando la sua stagione numero 22. “Offre stimoli, un sacco di gusti nuovi. Fare bene ogni cosa è interessante. E poi aiutare giovani piloti mi piace da matti. Non esisteva nulla del genere in Italia, adesso abbiamo molti ragazzini che vanno forte, con ambizioni serie. Bello, sì». Il riferimento è naturalmente alla sua azienda “VR46”, che produce abbigliamento, e alla VR46 Riders Academy, che fa crescere nuovi piloti.

Sulla Riders Academy – “Non mi sento un maestro. Per loro sono come un fratello maggiore. Graziano, il mio babbo, mi ha sempre insegnato che la spocchia è una scemenza, che l’umiltà è più divertente. Non sono stupido al punto da pensare che nessuno possa battermi, anche se si tratta di ragazzi in allenamento. Certo, sto un po’ attento. Uno di loro venne da me, raggiante, dopo il primo podio. Disse: ma tu Vale, quanti ne hai fatti? Beh, mica potevo rispondere: duecento e passa. Ho finto un vuoto di memoria”.

Sull’essere ancora vincente: “Le basi, gli ingredienti sono quelli di sempre. Posso vincere quando si può vincere. Posso cercare di vincere quando è più complicato, mica sempre. I due anni con Ducati (2011-2012) sono stati devastanti ma, visti ora, sono serviti per rilanciare impegno e desideri. L’apice ha coinciso con il 2015, che è finito come è finito. Sarà più difficile, ma è stato difficile sempre”.

Finale stagione 2015: “Una vergogna per lo sport” - Proprio sul finale del campionato 2015, Valentino si sofferma. Perché è proprio una gara che non riesce a dimenticare: “Sono accadute cose che non dovrebbero accadere, una vergogna per lo sport. Ho lottato contro avversari tosti, diversi, da Biaggi a Stoner, ma nessuno si è comportato come Marquez allora. Mai visto un pilota fuori dalla lotta per il titolo correre contro, così. Rimpianti? Certo. Se non avessi parlato... se non avessi reagito... La verità è che mi avrebbero fregato comunque e almeno mi sono sfogato, ho fatto casino”.

Sui sogni – Una carriera piena di successi, una passione trasformata in divertimento. Ma quali sogni rimangono a Valentino Rossi? “Continuare a vincere, essere lì, esserci, cercare il decimo titolo. E un figlio. Mi piacerebbe fare un bambino e mi pare sia il momento giusto. Ma mi sa che devo rivedere la strategia, visto che sono single e i miei tanti fallimenti in amore”. Valentino è pronto all’adrenalina delle gare e di un nuovo mondiale? “Pronto, sì. Come prima. Più di prima. Correre significa pensare al futuro”.