MotoGP, Rossi fa 350: la metamorfosi vincente

MotoGp

Paolo Beltramo

Valentino Rossi, Losail (Qatar 2017) - Foto Getty Images
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Nessuno come il Dottore che domenica con il GP di Argentina taglierà un altro storico traguardo: 350 GP dal ’96 ad oggi. Nel corso degli anni si è rimesso in gioco, ha cambiato approccio tecnico e stile di guida restando sempre e comunque al top

La prima gara mondiale di Valentino Rossi risale al 1996. Facile dedurre che questo è il suo ventiduesimo campionato. Si sa che ha vinto 9 titoli mondiali: 1 in 125, 250 e 500, 6 in MotoGP. Si sa anche che ha conquistato 114 vittorie e 222 podi, 64 pole e 95 giri veloci in gara. Forse però non tutti sanno che domenica 9 aprile il Doc compirà la bellezza di 350 gare disputate. Un’enormità, un record assoluto che sta migliorando GP dopo GP. Fino a un paio di stagioni fa il recordman di partenze era Loris Capirossi, pure lui in pista per 22 anni, con 328.

In Argentina, quindi, VR46 confermerà la sua capacità di andare al di là del tempo, delle mode, degli stili, dei regolamenti, delle moto. Il primo ingrediente per arrivare a disputare 350 gare mondiali è indubbiamente il tempo, inteso proprio come anni, certo, ma anche come costanza, passione, dedizione, amore diluiti, mescolati, impastati nel tempo, col tempo.

Non basta aver voglia di andare avanti, di divertirsi per arrivare dove arriverà Vale domenica in Argentina e oltre. Per arrivarci come lui, ancora al top, ancora là davanti, ancora tra i possibili vincitori di gare e campionato bisogna possedere altre doti. In molti hanno corso fino ad età avanzata o tarda, sono stati dipendenti dall’adrenalina per quasi sempre, ma abbassando il livello, accontentandosi di competizioni non al top, di giochi diversi, categorie inferiori.

Rossi no, lui è sempre stato al top del top. Per riuscirci ha dovuto cambiare, modificare stile di guida e approccio tecnico, allenamenti, vita. Ha avuto l’umile genialità dei grandi nel sapersi rimettere sempre in gioco, nel cercare di imparare, nel ricorrere a quel bagaglio sempre più enorme di esperienza, conoscenza mescolate con intuito e talento. Ha percorso passi naturali: dalla 125, alla 250, alla 500 due tempi. Poi ha imparato e capito meglio dei suoi avversari la MotoGp 990 a 4 tempi. E poi ecco i passi straordinari, più grandi ancora: dopo due stagioni con la Honda (32 gare, 31 podi) ha riportato al successo la Yamaha che non vinceva dai tempi di Wayne Rainey (1992).

Insomma, le ha prese (tante), le ha date (molte, ma molte di più), ha rischiato il K.o. nei due anni in Ducati, ma dall’angolo si è rialzato forte, deciso, sicuro, veloce, competitivo come prima. Ed allora eccolo qui, 350 volte dopo la prima in 125 a darsele ancora con chi c’è. Sono giovani, sono sempre più numerosi, più agguerriti, ma con quella storia lunga, per ora, con 350 gare devono sempre fare i conti.