Guido Meda: Rossi c'è e non è solo, ad Assen sono 10 (e lode)

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Guido Meda

Valentino Rossi esulta dopo la vittoria ad Assen (foto getty)

L'EDITORIALE. Valentino torna a vincere dopo più di un anno e ad oltre venti dalla sua prima volta nel Mondiale. Una longevitá non normale. Assen rilancia lui e la Ducati di Petrucci e Dovizioso. Il risultato è una gara speciale, una delle più belle di sempre

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Il gusto della vittoria dura cinque o sei ore impagabili, che nel caso di Rossi forse allungano la sua vita, quella sportiva, di qualche anno a botta. La vittoria di Assen nello specifico è follia pura, non compatibile con uno che dovrebbe pensare al Mondiale. Che Valentino qui fosse forte si era capito, lo raccontava la sua storia di nove centri. Ma non conta, non è una regola. Tra i numeri importanti di questa domenica c’è la sua decima affermazione in Olanda, la 115esima nel Mondiale, i più di vent’anni che separavano la sua prima vittoria mondiale da questa. E pure l'anno abbondante passato inseguendo un gusto da primo del gruppo che non arrivava più.

Va bene, ha vinto. Ma non è normale e da qualche parte un segreto ci deve pur essere; unire l’esperienza da veterano ad una testa da diciottenne è un’ipotesi più che fondata sui fatti. Solo un diciottenne non rinuncia a una vittoria per occuparsi dei punti. Quando sopra Assen attacca a piovere Valentino fa finta che non piova e si spinge verso il rischio estremo e costante di buttare via tutto. Che rischio resta, perché in realtà raccoglie eccome, secondo la modalità su cui ha costruito la sua carriera: sorpassi assurdi, azzardi apparentemente senza calcolo, colpi di testa, colpi di vita. Quelli per cui gli avversari di dieci se non quindici anni più giovani, si trovano ancora costretti a farci i conti, a sentirselo addosso con quella sua ingombrante quintalata di carisma.

È ovvio che Valentino non può vincere più 14 gare a stagione; a 38 anni però - concediamoglielo - è un po' come se una ne valesse tre. La Yamaha è felicemente costretta a tenerselo stretto pure come faro tecnico. Lui aveva evidenziato la rigidezza eccessiva del vecchio telaio con largo anticipo, le vittorie di Vinales forse li avevano distratti, fino a dover ammettere che era proprio Rossi ad avere ragione e provvedendo, proprio qui ad Assen, un telaio nuovo che a quanto sembra funziona bene .

Il naufragio di Vinales, che può accendere un cero a Lourdes per essere stato schivato dalla Ducati di Dovizioso, riapre tutto il Mondiale che Dovizioso medesimo comanda con grande orgoglio, anche se sul podio con Rossi, secondo davanti a Marquez ci è andato il ternano Danilo Petrucci per una doppietta speciale, alla fine di una gara speciale, forse una delle più belle di sempre. Come capita spesso quando Rossi c’è. E non è il solo.