MotoGP, Marquez il mago dei cambi moto

MotoGp

Guido Sassi

5 vittorie su 7 gare in flag to flag. Yamaha e Ducati corrono ai ripari con le novità provate nei test a Brno dopo il GP, ma Honda ha girato più di tutti contando anche Crutchlow

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Quando le condizioni meteo sono incerte, l’unico punto fermo rimane Marc Marquez: lo spagnolo in 4 anni e mezzo di MotoGP raramente ha mancato l’appuntamento con la vittoria in gare con cambio moto.

5 vittorie su 7 flag to flag, le uniche eccezioni risalgono a Phillip Island 2013, quando Marc venne squalificato per essere entrato un giro in ritardo ai box e Aragon 2014, quando cadde mentre era al comando. Da allora 4 primi posti su 4. Dopo Brno il totale dei successi del Cabroncito sale a 58, di cui 32 in classe regina: una vittoria in più di Eddie Lawson.

Prima del gran premio d’Austria, undicesimo appuntamento stagionale, Marquez ha 42 punti in meno dall’anno scorso, ma comunque guida la classifica con 14 lunghezze su Vinales. L’anno scorso il vantaggio su Lorenzo, secondo a questo punto della stagione era di 43 punti.

21 sono invece i punti di distacco per Dovizioso dal capoclassifica, con la speranza di ridurre il divario già in Austria, pista favorevole al motore Ducati. Nei test di Brno anche Desmo Dovi ha provato la nuova carena, così come un nuovo cupolino e alette integrate sono apparse sulle M1 di Vinlaes e Rossi, con il 46 a comandare la classifica dopo i 52 giri completati.

Le Honda ad ogni modo non sono state a guardare e se Yamaha ha completato 121 giri con i propri ufficiali, Hrc ne ha fatti 120 tra Marquez e Pedrosa, con Crutchlow che ne ha aggiunti altri 48. In una lotta serrata per il mondiale come in questo 2017, il contributo extra dell’inglese alla causa della Casa Alata non va sottovalutato.