Motegi, amore e odio per i piloti italiani

MotoGp

Francesco Berlucchi

Il pubblico giapponese in tribuna a Motegi (foto: Getty Images)
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Il Motomondiale lascia l’Europa e si prepara ad affrontare il trittico orientale. Tre gare, una in fila all’altra, tra Giappone, Australia e Malesia. La prima tappa è Motegi, circuito apprezzato dai nostri piloti anche se i risultati finora ottenuti in Moto2 e Moto3 non sono sempre stati favorevoli. Diversi italiani però hanno le carte in regola per poter invertire questa tendenza. Vediamo chi sono

È un circuito che piace ai piloti italiani, quello di Motegi. E non poco. Il problema è che alla loro sensazione positiva non corrispondono risultati altrettanto favorevoli. Fino ad ora, in effetti, i nostri piloti che sono riusciti a salire sul podio in Giappone, tra Moto2 e Moto3, si contano sulle dita di una mano. Tra questi, Andrea Iannone nel 2011, in Moto2 e Alessandro Tonucci, che nella classe minore l’anno seguente centrò l’unico podio di carriera nel Motomondiale.

In tempi più recenti, rimangono indimenticabili la vittoria tricolore targata Niccolò Antonelli, nel 2015, e quella di Enea Bastianini nella scorsa stagione. Per triplicare, e salire sul gradino più alto del podio anche quest’anno, in Moto3 potremmo puntare proprio su Bastianini. La cui stagione, finora al di sotto delle aspettative, è giunta ad un punto di svolta.

Nel prossimo weekend potremmo sperare anche in Romano Fenati, che ha sempre apprezzato il tracciato di Motegi, pur non essendo mai salito sul podio. Un podio sul quale non è mai salito nemmeno Nicolò Bulega, ma dodici mesi fa la squalifica di Hiroki Ono gli ha permesso di conquistare la terza posizione (per irregolarità tecnica, ossia per il mancato raggiungimento del peso minimo moto più pilota previsto del regolamento a 152kg).

Terzo, proprio come Franco Morbidelli in Moto2. In Giappone, tra due settimane, Franco ha tutte le carte in regola per cercare la nona meraviglia. Ed eguagliare così il record di vittorie in Moto2 stabilito da Marc Marquez cinque anni fa. Ma soprattutto, per scappare via. Perché a quattro gare dalla fine della stagione tra Morbido e Tom Luthi ci sono ancora soltanto 21 punti. Troppo pochi, per sentirsi al sicuro.