La Cento Chilometri dei Campioni al Ranch di Tavullia va alla coppia Morbidelli-Pasini. Rossi e suo fratello Marini sono secondi seguiti da Petrucci e Baldassarri. Ma è il trionfo del "traverso" e dell’atmosfera genuina. In Tv sul canale 208 il 24 dicembre alle 21.15
Andare di traverso è una delle cose più difficili da fare in moto, ma è anche un ottima maniera per imparare a mandare di traverso le gare agli avversari. A Tavullia, nel mitico Ranch di Valentino Rossi, c’è un giorno di traversi nell’anno che è più importante degli altri, ed è quello della Cento Chilometri. Correre a dicembre può non essere necessariamente un’idea vincente. Il freddo è un ostacolo per il grip e per le mani che gelano, la pioggia (o la neve, come nel caso dello scorso anno) sono avversari che non si battono perchè rendono la pista scivolosa quando va bene, impraticabile quando va male. Stavolta... è andata bene.
Le porte del sancta sanctorum di Rossi in mezzo colline si aprono per gli amici piloti e per alcuni avversari della motogp, per stare prima intorno ad una tavola che straborda di costine e salamelle e poi tutti in pista a smaltire, secondo un regolamento che parla di gara a coppie, con staffetta e cambio moto ogni 5 giri, per un totale di cinquanta giri. Insomma, dopo 100 chilometri sono arrivati in un soffio. Non si tratta di spoilerare il risultato se vi diciamo che Mattia Pasini e Franco Morbidelli sono stati spettacolari e imbattibili. Se durante le vacanze seguirete su Sky lo speciale di due ore dedicato alla gara scoprirete che la Cento Chilometri è una corsa che ha dento tante altre cose. Oltre al coraggio, alla destrezza, alla precisione, al fisico a posto e alla messa a punto tecnica, conta banalmente l’atmosfera.
E’ una chiave per capire Rossi (secondo al traguardo dopo una gara in cui lui e suo fratello Luca Marini sono caduti più volte) e pure la sua carriera. In fin dei conti rimane un ragazzo di campagna, cirocandato da ragazzi di campagna, con scarsissima propensione per sfarzo e mollezze e passione assoluta per motori, leggerezza e divertimento. Terzi sul podio ci vanno Danilo Petrucci e Lorenzo Baldassarri, a un niente. Ed è incredibile come anche andando di traverso su fanghiglia, sabbia e terriccio, i distacchi al traguardo siano di pochi secondi. Vuol dire che il livello, anche in questo caso, è molto molto alto. C’è la fascia di quelli che al Ranch ci girano tutti i sabati e quella di chi invece ci viene una volta all’anno. La differenza è marcata, l’impaccio si vede nei primi chilometri. Poi la timidezza e la paura di buttarsi per terra si sciolgono in un clima solidale e amichevole. Una cosa tra piloti d’altri tempi in cui nessuno è discriminato. Menzione d’onore per Maria Herrera, la ragazzina da corsa che anche su terra non ha paura di sfidare i maschietti e se ne mette pure dietro un bel po’. La premiazione con coppa e prosciutto è un sigillo. Non sembra lavoro, eppure in qualche modo lo è. E ora loro, i piloti, vanno in vacanza per davvero.