MotoGP 2018: dieci temi per la stagione alle porte

MotoGp

Giovanni Zamagni

MotoGP 2017 (Getty)
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La stagione sta per ripartire: cosa ci possiamo aspettare? Ecco dieci temi della MotoGP dei quali si discuterà da qui alla prima gara. E anche dopo

1) Marc Marquez: ancora campione?

Quattro titoli in cinque anni: sarà ancora Marc Marquez il pilota da battere? Sì: al momento non ci sono dubbi sul fatto che Marquez sia il punto di riferimento della MotoGP. Per più di un motivo: per le sue capacità di guida; per il suo controllo della moto in ogni condizione; per la sua attitudine mentale; per la moto che ha. Insomma, Marquez ha tutto per riconfermarsi campione per il terzo anno consecutivo in MotoGP, per un totale di cinque titoli, in una impresa già riuscita a Valentino Rossi, capace di conquistare cinque iridi consecutivi (2001, 2002, 2003, 2004, 2005).

2) Andrea Dovizioso: di nuovo protagonista?

Nel 2017, Andrea ha conquistato sei vittorie, otto podi, ha lottato per il titolo fino all’ultimo GP: qualcosa di straordinario o di ripetibile? I suoi risultati sono stati eccezionali, per certi versi al di fuori del normale, ma Dovizioso ha dimostrato grande solidità: le sue prestazioni non sono state casuali, ma frutto di un lavoro iniziato molto tempo fa. Dovizioso, quindi, può ripetersi a quei livelli: Ducati permettendo…

3) Valentino Rossi: decimo titolo?

Anche nel 2017, Rossi ha dimostrato di essere veloce, in alcuni GP velocissimo, e di potersela ancora giocare a “sportellate”, come ha fatto in Australia. Nella passata stagione, però, Valentino ha vinto un solo GP – contro i tre del compagno di squadra – e, inevitabilmente, diventa sempre più difficile imporsi. Non è più Rossi il pilota da battere, come invece lo era sempre in passato: la conquista del decimo titolo non è impossibile, ma molto, molto difficile.

4) Jorge Lorenzo: conquisterà almeno un GP?

Con la Yamaha, Lorenzo ha ottenuto 44 successi, vincendo sempre almeno un GP a stagione 1 nel 2008, 4 nel 2009, 9 nel 2010, 3 nel 2011, 6 nel 2012, 8 nel 2013, 2 nel 2014, 7 nel 2015, 4 nel 2016 – mentre nel 2017, con la Ducati, ha fatto fatica perfino a salire sul podio (tre in totale). Riuscirà a trionfare nel 2018? Per come ha finito la stagione, non sembrano esserci dubbi: almeno un GP lo vincerà.

5) Maverick Vinales: costantemente competitivo?

Gare pazzesche e GP deludenti, prestazioni fenomenali e risultati mediocri: la stagione di Vinales è stata così altalenante da essere difficilissima da decifrare. Maverick – su questo con c’è dubbio – è un gran talento, è velocissimo e sa guidare bene una MotoGP, ma ha anche mostrato una fragilità inaspettata, una incapacità a gestire i momenti difficili per certi versi preoccupante. Con un anno di esperienza in più e, soprattutto, con una Yamaha più competitiva, può però fare il definitivo salto di qualità.

6) Dani Pedrosa: finalmente vincente?

Da 12 anni, ovvero dal 2006, Pedrosa vince almeno un GP all’anno in MotoGP: un primato pazzesco, che conferma la bravura di un pilota spesso sottovalutato. Gli manca però la costanza: quando riesce a far lavorare le gomme è quasi imbattibile, ma se non è a posto fatica a essere incisivo, a metterci comunque una pezza. Negli ultimi quattro anni, non è mai arrivato nei primi tre in classifica generale: molto improbabile pensarlo campione a fino 2018.

7) Andrea Iannone: tornerà competitivo?

Assieme a Cal Crutchlow, Iannone è stato la delusione della stagione 2017, incapace di ripetere con la Suzuki quanto fatto con la Ducati. Ma con un anno di esperienza con questa moto e, soprattutto, con una Suzuki che sarà molto probabilmente più efficace, Andrea può tornare a essere velocissimo, come lo è sempre stato in tutta la sua carriera.

8) Johann Zarco: sempre tra i primi?

Nel 2017, Zarco ha colto risultati al di là delle aspettative, anche di Ervé Poncharal, suo team manager: riuscirà a ripetersi nel 2018? Perché no: il due volte campione del mondo della Moto2 ha messo in mostra ottime qualità e ha convinto tutti, anche i suoi avversari. Come dire: può certamente ripetersi a certi livelli.

9) Franco Morbidelli: miglior debuttante?

Saranno quattro i debuttanti in MotoGP nel 2018: Xavier Simeon (Ducati); Thomas Luthi (Honda); Takaaki Nakagami (Honda); Franco Morbidelli (Honda). Franco, tra questi piloti, è nettamente il più forte: facile prevederlo come il miglior debuttante a fine stagione. Sarà anche velocissimo? Nei primi test ha fatto vedere buone cose, senza strafare: molto dipenderà dal team, che in questi anni ha dimostrato ottimo potenziale in Moto2, ma ha faticato in MotoGP.

10) Mercato: un grande colpo?

La maggior parte dei piloti è in scadenza di contratto: si possono prevedere delle rivoluzioni come era successo nel 2017 con il passaggio di Lorenzo dalla Yamaha alla Ducati? Io credo che Marquez, Rossi, Vinales e Lorenzo rimarranno dove sono, mentre ci sarà da discutere per Pedrosa, Dovizioso e Zarco. La logica vorrebbe che la Ducati, “salvata” da Dovizioso nel 2017, faccia di tutto per tenersi stretto Andrea ed è probabile, secondo me, che si accorderanno. Ma, attenzione: 1) Dovizioso, giustamente, vuole sentirsi gratificato dalla Casa di Borgo Panigale, sotto tutti gli aspetti, non solo economico; 2) con l’arrivo di Alberto Puig come team manager HRC, la posizione di Pedrosa diventa sempre più in bilico. Dopo essere stato per tanti anni manager di Pedrosa, i due hanno interrotto il rapporto nel 2016 in malo modo e questo potrebbe rappresentare un problema. Non solo: Takeo Yokoyama, direttore tecnico della HRC, è un grandissimo estimatore di Dovizioso, tanto che l’avrebbe voluto nel team già nel 2017. Andrea, quindi, potrebbe ricevere anche in tempi brevi una proposta molto interessante dal Giappone... E attenzione alla KTM: io credo che nel 2018 sarà molto aggressiva in fase contrattuale.

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