MotoGP, Qatar: la Honda e Marquez fanno paura

MotoGp

Paolo Beltramo

MM93 (foto: Gettyimages)

Negli ultimi cinque anni Marc Marquez ha vinto per quattro volte il mondiale MotoGP, la prima all’esordio nel 2013. Logico pensare che l’uomo da battere sia lui, il campione. Lo dicono i numeri, ma lo dicono soprattutto le sensazioni che è riuscito a trasmettere con la sua guida unica

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Marc Marquez rischia, ma in gara sbaglia poco, inoltre la Honda quest’anno ha disputato un precampionato molto buono: solido, costante, senza problemi. Meglio degli anni scorsi, quando ad inizio stagione la RC213V era sempre ancora non perfettamente a punto. Questa volta invece il motore evoluto è veloce, potente e guidabile; il telaio soddisfa i piloti e c’è addirittura la possibilità di sviluppare un forcellone in carbonio che è stato ancora poco utilizzato e che potrebbe aggiungere qualcos’altro al gioiello dell’HRC.

Marquez, inoltre, garantisce, al contrario di Dani Pedrosa, competitività anche quando le cose non sono perfettamente a posto. Sa inventare, rischiare, stupire. In questo è unico. In Qatar ha vinto una sola volta, ma è sempre finito nei primi cinque. Non male su una pista che tradizionalmente è amica di Yamaha e Ducati. Col passare degli anni poi, MM93 sta maturando, limando, riducendo o eliminando quei pochi limiti che aveva. Sta imparando ad accontentarsi, a perdere, a gestire problemi di gomme. Come dire: è sempre più forte, la sua completa maturità deve ancora arrivare e non ha ancora minimamente intaccato quella fame atavica, insaziabile di vittoria scritta nel suo DNA.

Con il Team Honda HRC c’è poi, appunto, Dani Pedrosa, uno che alla fine dai suoi compagni di team (Hayden, Stoner, Marquez) alla fine, quando contava portare a casa il titolo le ha sempre prese. Però è anche stato spesso sfortunato/infortunato e ha vinto 30 gare in MotoGP. Quando è a posto diventa quasi imbattibile. Chissà, escluderlo a priori non comunque è ragionevole.

La terza Honda ufficiale è affidata al team esterno di Lucio Cecchinello con Cal Crutchlow alla guida. L’inglese è forte, coraggioso, esperto, ma non sembra partire per vincere il titolo. In una stagione pazza come il 2016 con 9 vincitori diversi ha portato a casa due successi. Credo sia il massimo a cui possa aspirare. Il che però potrebbe rimescolare le carte in un campionato che si annuncia tirato e aggrovigliato come una matassa di curve. Insomma, Ducati, certo, Yamaha, quasi sicuro, Outsider vari, molto probabilmente, ma Honda sarà là davanti a giocarsi gare e mondiale. Garantito.