Motomondiale, su Doha soffia un vento tricolore

MotoGp

Paolo Beltramo

Il mondiale 2018 parte alla grande. Spettacolo in pista, sorpassi, adrenalina e soprattutto due trionfi tutti italiani che fanno ben sperare

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Nel deserto anche il vento è diverso: lì oltre a sentirsi, si vede, si colora di sabbia, infastidisce, sfuoca le cose. Il paragone regge con le gare del primo GP dell’anno motociclistico. La passione, lo spettacolo, la bravura dei piloti italiani si sentiva, si viveva, ma si poteva anche percepire, vedere, palpare, ma con una chiarezza anomala. La vittoria di Andrea Dovizioso dopo un ultimo giro in apnea, contro il solito Marc Marquez; il successo di Pecco Bagnaia davanti al compagno di allenamenti, coinquilino e avversario nei videogames da salotto Lorenzo Baldassarri in moto2; le belle gare dei ragazzi della Moto3 per quanto sconfitti dal talento di Martin.

Insomma è soffiato un vento tricolore, colorato, allegro, reale. Aggiungiamoci poi l’inesauribile brezza che accompagna Valentino Rossi nel suo ininterrotto veleggiare verso traguardi sempre uguali, ma allo stesso tempo nuovi, orizzonti sempre più lontani. Insomma dal Qatar portiamo a casa, oltre un po’ di quella sabbia invasiva, anche un bel bagaglio di soddisfazione, divertimento, prospettive.

I serial più belli sono due: “Il Duello continuo” tra Dovi e Marquez, “La storia infinita” di Vale. Il primo ci ha presi già alla prima stagione con un finale che ha premiato lo spagnolo, ma reso più forte e motivato il pilota Ducati per questa stagione. Quello di Rossi è un sequel che neanche 007: alla sua 23° stagione, continua ad essere, al di là delle vicende della narrazione, la storia più seguita, più incredibile, più avvincente di un Mondiale 2018 scintillante come il suo circuito visto di notte dall’alto. E senza vento.