MotoGP, ad Assen ha vinto il Marc Marquez stratega

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Paolo Lorenzi

Lo spagnolo ha preparato con cura la gara fin da venerdì provando sulla distanza la combinazione risultata vincente in gara. Se al pilota funambolo si affianca il bravo stratega allora sì che son dolori

L'EDITORIALE DI GUIDO MEDA

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Marquez ragioniere? Non scherziamo, il suo funambolismo sul filo di un equilibrio perennemente precario parla per lui. Anche ad Assen lo spagnolo ha dato spettacolo in gara. Il consueto repertorio di sbandate, pieghe inaudite, sorpassi decisi, recuperi impossibili (come quello su Rins). Qualcosa di nuovo, però, s’è intravisto in prova, un approccio diverso, più ragionato. Marquez ha lavorato per la gara fin da venerdì, stressando a fondo ogni combinazione di gomma, inclusa quella usata domenica.

In FP1 ha sfruttato per la distanza completa di un gran premio quella media-soffice risultata poi vincente in gara. Negli ultimi giri lui sapeva di avere qualcosa in tasca, quel mezzo secondo sul giro con cui ha staccato Rins e compagni. Che lui sia un fenomeno con le gomme finite è fuor di dubbio, ma il compito riesce meglio conoscendo la durata dei pneumatici.

E ad Assen lui sapeva benissimo come sarebbe andata. Senza la fuga che forse si era immaginato partendo in testa si è trovato a combattere per 23 giri, gomito a gomito, con avversari decisi a fermarlo, per poi salutare tutti nelle tre tornate finali. Il ritmo gara più lento delle prove (34” alto di media) lo ha aiutato nella prima parte, a serbatoio pieno, situazione che lui soffre. Il resto è stato la logica conseguenza di una strategia ben pianificata e nascosta con attenzione nel warm up, dove ha girato con tempi inavvicinabili con una dura al posteriore, poi scartata al pomeriggio.

Difficile dire dove nasca quest’approccio così ponderato in un pilota celebrato soprattutto per la guida al limite e per la capacità d’improvvisare nei momenti decisivi. Forse deriva dalla gara precedente dominata da un Lorenzo inatteso che lo ha battuto senza storie per distacco. Il Maiorchino è la variabile inattesa, l’avversario temuto e ritornato in forza (l’unico capace di togliergli un titolo) che potrebbe aver consigliato Marquez di preparare con particolare cura il gran premio di Assen, pista ostica in passato. Se sia l’alba di un nuovo Marquez, è prematuro dirlo e forse addirittura eccessivo. Ma se al pilota funambolo si affianca il bravo stratega, allora sì che son dolori.