MotoGP, GP Argentina: non solo Marquez-Dovizioso, Yamaha alla riscossa

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Paolo Lorenzi

Il 2019 è ripartito all'insegna dal confronto tra Honda e Ducati, con la Suzuki in crescita ma non ancora all'altezza delle prime due squadre e una Yamaha in balia dei soliti dubbi. 

ARGENTINA, TRIONFA MARQUEZ. ROSSI E DOVI SUL PODIO

Al di là delle dispute regolamentari sulle appendici aerodinamiche della Ducati, la MotoGP cerca altre risposte a Termas de Rio Hondo. A cominciare dal confronto tra Honda e Ducati, o se vogliamo, tra Dovizioso e Marquez, tema dominante del primo Gran Premio. Alla partenza, il campionato ha infatti riproposto gli stessi protagonisti del 2018. Con l'aggiunta di un terzo soggetto, la Suzuki, cresciuta molto, ma forse non ancora in grado di insidiare il primato delle altre due squadre. Viste le premesse il quarto posto di Rins in gara è una parziale conferma del potenziale intravisto in inverno. Ma il margine di crescita è evidente.

Dalla Yamaha ci si aspettava invece un progresso maggiore, ma il Qatar ha ribadito molti dubbi tecnici della scorsa stagione. C'è il concreto timore che i progressi ribaditi alla vigilia della prima gara non bastino a colmare il divario con Honda e Ducati. E bisogna inoltre rimarcare un Vinales più consistente in prova che in gara. Gestione e consumo degli pneumatici sono invece una preoccupazione in più, per tutti. Quindi un'incognita da rivalutare nel prossimo appuntamento.

Certo, a detta di molti, quello precedente di Doha è stato un banco di prova particolare, condizionato dalla situazione in cui si è corso, a cominciare dall'orario notturno, mentre l'Argentina si avvicina di più alle condizioni ideali. Ecco perché sarà un weekend da seguire con attenzione, sperando di ritrovare in pista quel fair play agonistico che i contrasti normativi hanno temporaneamente messo in secondo piano.