MotoGP, GP Mugello: Dovizioso e Petrucci, destini incrociati

MotoGp

Guido Sassi

Danilo è andato 7 volte a podio in carriera, in 5 occasioni insieme ad Andrea, eppure fino al 2012 le carriere dei due non si erano nemmeno sfiorate. Per Petrux, cresciuto nel paddock, tanta gavetta prima di una sella in MotoGP; Dovi già campione quando Danilo era ancora nel minicross. Ora la Ducati li unisce nella missione impossibile di battere Marquez: il Mugello è il loro talismano

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I destini dei piloti sono legati a millesimi guadagnati in una curva, a virgole di gomma lasciate sull'asfalto, a centimetri di moto messi davanti a un avversario sulla linea del traguardo. Ma sono anche traiettorie incrociate lontano dalla pista, nelle stanze dove si firmano i contratti: ritiri e cambi di box aprono all'improvviso la porta giusta che permette a una carriera di decollare.

L'importanza di Le Mans

Se Ducati e Lorenzo avessero aspettato il dopo Mugello dell'anno scorso per decidere del loro futuro, Petrucci ora non sarebbe il compagno di squadra di Dovizioso. Invece il matrimonio tra Jorge e la Rossa di Borgo Panigale si arenò definitivamente tra la ghiaia di Jerez e la sesta piazza di Le Mans, la gara dove Danilo Petrucci conquistò un fantastico secondo posto alle spalle di Marquez. Il pilota ternano in quell'occasione tolse le castagne dal fuoco in una domenica bollente per Ducati. Al quarto giro Dovizioso era caduto a La Chapelle: in ginocchio con le braccia alzate, incredulo, aveva visto sfilare il compagno di squadra, Marquez e Petrucci stesso. Fu l'unico podio della stagione per Danilo, in una giornata che per i due italiani non poteva avere un sapore più diverso. Un anno dopo invece su quel podio ci sono saliti entrambi: destini uniti nel rosso Ducati, amici vicini fisicamente e in sintonia nelle sensazioni del post gara.

I numeri

Il podio con Andrea è quasi una costante per Petrucci: un incrocio vissuto altre tre volte nel 2017 e pure nel 2015, nel secondo posto bagnato di Silverstone. Su 7 podi in classe regina, per 5 volte Petrux ci è salito insieme ad Andrea. Certo, guidare una Ducati li accomuna nell'affinità con certi circuiti. Eppure - al di là della cifra tecnica -, il destino li ha accompagnati spesso a festeggiare insieme un'intesa profonda, che Danilo stesso ha raccontato alle nostre telecamere nel dopo Le Mans. Dovizioso e Petrucci hanno diviso podi nelle circostanze più differenti: nel 2017 in Giappone hanno bevuto acqua e champagne, lavati dalla pioggia e inebriati dal successo che aveva riaperto le porte del mondiale a DoviPower. Un mese prima il brindisi aveva avuto invece un retrogusto amaro: vittoria di Marquez, un sorpasso all'ultimo giro su Petrucci per togliere la gioia della prima vittoria in MotoGP al ternano. Fu una doccia fredda anche per il pubblico di Misano, lasciato a rimuginare sui punti persi da Dovizioso in ottica Mondiale. Ancora 2017, ancora Italia anche per l'altro podio in comune della stagione, al Mugello. Vittoria di Dovizioso, Petrucci terzo dopo un epico duello con Vinales: gioia vera e incontenibile per entrambi, un successo baciato dal sole. Forse il primo pensiero a un Petrucci vestito di rosso a qualcuno può essere venuto proprio lì.

Gli esordi

Andrea e Danilo si allenano con il motocross insieme (livello molto alto per entrambi), vivono ormai tutti e due dalle parti di Forlì, si scambiano pacche sulle spalle: la simbiosi tra Andrea e Danilo sembra quella di due amici d'infanzia, eppure le carriere di Dovizioso e Petrucci fino al 2012 non hanno nemmeno visto lo stesso paddock, altro che box o podio da condividere.

Danilo è di quattro anni più giovane rispetto a Dovizioso, ma il suo approdo nel Mondiale si concretizza ben due lustri dopo il forlivese. E dire che in un certo senso è proprio Danilo a respirare per primo l'aria del Motomondiale: suo padre - Danilo senior - lavora otto anni per il team di Paolo Pileri, fin dai primi '90. Sono i tempi di un Loris Capirossi molto giovane, che vince gare e mondiali nella squadra dell'ex campione del mondo ternano. Danilo junior cresce in quell'ambiente di cui è un po' la mascotte, ma al tempo la velocità è solo un miraggio.

Negli stessi anni Dovizioso muove i primi passi con le minimoto: inizia poi la sua prima stagione motomondiale, è il 2002; al tempo Danilo lotta per il campionato di minicross regionale e per il forlivese l'off road è ormai solo una passione di famiglia. Petrucci arriva alla velocità nel 2006, Andrea ha già conquistato il titolo mondiale della 125. Il 26 luglio 2009 Dovizioso vince la sua prima gara in classe regina nel diluvio di Donington, Petrucci sale sul podio europeo della Superstock 600 a Brno, leader di un campionato che terminerà al quarto posto. I due binari sono paralleli ma sembrano troppo distanti, e invece si avvicinano lentamente: dopo tanta gavetta Danilo arriva in MotoGP nel 2012 nel team Ioda Racing di Giampiero Sacchi, per lui c'è una CRT. Dovizioso sta cercando di rilanciarsi in Yamaha Tech3 dopo il quadriennio in Honda. L'anno successivo Andrea fa la scelta che gli cambia la carriera: firma per la Ducati, nel 2015 anche Danilo è finalmente "in famiglia", ingaggiato dal team Pramac. Per lui nel box c'è proprio la GP14 che l'anno precedente era di Dovizioso. Il 30 agosto di quell'anno il primo incrocio dei due ducatisti in pista e sul podio di Silverstone, bagnato ancora una volta per un'incredibile tripletta italiana: vittoria di Rossi, Petrucci secondo alla sua prima soddisfazione mondiale e Dovizioso terzo dopo un bel duello in pista con il ternano.

L'arrivo di Petrux in Ducati

Il resto è storia recente: il Mugello celebra il podio di Andrea e Danilo nel 2017, spiana la strada in Ducati a Petrucci l'anno scorso. Se i due ducatisti sapranno giocarsi bene le proprie carte, la pista toscana potrebbe regalare altre gioie da vivere insieme, un dopo gara anche migliore rispetto a Le Mans. Altrimenti i destini di Andrea e Danilo dall'anno prossimo potrebbero ricominciare a separarsi. Contro Marquez e per la Ducati, mai come ora Dovizioso e Petrucci devono fare squadra.