MotoGP, GP di Catalunya 2019. Le pagelle di Paolo Beltramo dopo la gara del Montmeló

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Paolo Beltramo

Le pagelle di Paolo Beltramo dopo la settimana del Montmeló: la super coppia dei fratelli Marquez "mata" il GP di Catalunya, Lorenzo da censore diventa protagonista di una staccata da dimenticare, Dovizioso vede scomparire un prezioso tesoro di punti, Quartararo sta mantenendo le promesse, il trabbocchetto della curva 10, il sorpasso da capolavoro di Vietti

I RISULTATI DEI TEST DI BARCELLONA

VIDEO. LA CADUTA DI LORENZO NEI TEST

VIDEO. JORGE FA STRIKE: A TERRA ROSSI, DOVI E VINALES

LA CLASSIFICA - IL CALENDARIO

Marquez²

Marc, soprattutto, ma pure Alex. I due fratelli di Cervera hanno vinto, e sono primi nelle classifiche delle rispettive categorie. MM93 sempre di più leader (ora è di 37 punti il suo vantaggio) in MotoGP, AM73 in moto2, con 3 lunghezze su Luthi. Entrambi hanno vinto in una giornata dove gli avversari diretti si sono stesi (Baldassarri) o sono stati eliminati dallo strike di Jorge Lorenzo (Dovizioso, Viñales, Rossi). Insomma, bravi, affettuosi, solidali, ma pure un bel po' fortunati. Soprattutto Marc è stato avvantaggiato dal volere degli dei della moto. Vero che proprio in quella curva, un attimo prima del patatrac, aveva superato Dovizioso ed era diventato primo, l'unica posizione che garantiva di non venir coinvolti nell'errore di JL99, ci sta che sia sesto senso, che sia un premio per la sua mai repressa aggressività, che avesse intuito che fosse meglio provare a levarsi da quella compagnia pericolosa, ma insomma gli vanno tutte bene e non avrebbe bisogno di questo aiuto dalla fortuna. Quest'anno 7 gare, una caduta mentre era comodamente in testa ad Austin, cinque primi, un secondo. I numeri dicono tutto. Sempre più dura riuscire a prenderlo.

Chi non ha mai sbagliato tiri la prima staccata

Jorge Lorenzo all'inizio era un pilotino aggressivo, tosto. Poi, nel 2005 a Motegi all'ultima curva dell'ultimo giro della gara della 250 cercò di battere con un sorpasso un po’ esagerato Pedrosa e De Angelis, stendendoli. Da lì una gara di squalifica, punizione secondo me esagerata. Ma in Jorge quel castigo creò una sorta di legalitarismo fin troppo assoluto. E divenne un sostenitore del sorpasso pulito, alfiere delle punizioni esemplari, censore di Simoncelli, di Iannone di altri piloti che sbagliavano. Poi capita che, come ieri, a sbagliare sia lui. Per foga, per voglia, per adrenalina. Perché finalmente, dopo una montagna di guai, era dove doveva stare e non dietro, come una comparsa. Comprensibile, roba da gara, cose che capitano anche se da un 5 volte campione del mondo non te lo aspetti proprio un errore così grossolano al secondo giro. Lezione per lui: mai elevarsi a censore dei tuoi colleghi visto che gli stessi sbagli che tanto duramente critichi negli altri li puoi commettere anche tu. E poi una considerazione. Fosse caduto da solo, senza coinvolgere nessuno, non se ne parlerebbe quasi. Ma questo filotto rischia di indirizzare fortemente l'andamento del campionato. La giuria ha deciso di non punirlo. Come invece chiesto proprio da lui nel 2016 quando nello stesso punto lo stese Iannone che fu penalizzato. Censore non censurato.

Tutti giù per terra

Dovizioso, Rossi, Viñales stesi a 312 curve dal termine su 326, in un Gran Premio che per ognuno di loro avrebbe potuto essere una gara positiva, addirittura vincente. Certo battere questo Marquez qua è difficilissimo, ma non impossibile, soprattutto a Barcellona, una delle piste insieme al Mugello dove non vinceva dal 2014. Peccato perché così Dovizioso vede scomparire quel tesoro di punti in più che era riuscito ad accumulare rispetto al 2018. Ora non resta che attaccare, provarci sempre con il sollievo e l'angoscia di non avere scelta. Per Yamaha questa era una delle occasioni dell'anno, un anno un po' sinusoidale, con tanti alti e bassi e invece le due moto ufficiali fuori subito. Brutta botta davvero, ma adesso arriva Assen, due anni fa teatro dell'ultima vittoria di VR46. Speriamo.

Superstiti

Il migliore dei sopravvissuti alla falce di Lorenzo è stato Fabio Quartararo, francesino di chiare origini italiane, che sta finalmente mantenendo tutte le promesse che gli avevano messo sul groppone. Pole (la seconda dopo Jerez) e secondo in gara con una gestione delle gomme più che da esordiente. Dietro di Lui un positivo Petrucci che dopo il sogno del Mugello si risveglia sempre sul podio, segno che il letto è oramai davvero comodo, quello di un pilota in grado di giocarsi il podio sempre e di meritare il rinnovo oggi considerando le difficoltà di Bagnaia e la minore qualità di Miller.

Curva 10

È stata modificata per avere più sicurezza, ma in realtà è diventata una specie di trabocchetto che miete sempre un numero troppo considerevole di vittime: un sacco di caduti in Moto3, tanti in Moto2 e, oltre ai magnifici 4, in MotoGP pure Smith sul compagno Espargarò. Dovizioso l'ha descritta bene spiegando che lì si frena lontano dai limiti dell'asfalto, quindi si hanno pochi riferimenti, soprattutto quando si è in gruppo. Visti gli errori, è ora di modificare quella curva "tipo svolta nel parcheggio di un supermercato" come dice Vale Rossi.

Celestino

Vietti, ovvero un po' d'azzurro sul podio della Moto3. Con un sorpasso capolavoro all'ultima curva ha conquistato il terzo posto della solita gara-roulette che è la categoria minore. Lì c'era riuscito soltanto Valentino Rossi su Jorge Lorenzo, roba rara e seria, insomma. E il pilotino del Team Sky VR46 mi piace davvero, perché ha lo sguardo curioso, vivace e furbo di un ragazzino, ma parla e risponde alle domande con una voce e la sicurezza di un uomo.