Superbike ad Aragon (Spagna): splendono Rea, Ducati e Honda

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Edoardo Vercellesi

Edoardo Vercellesi

Dal successo di Redding alla doppietta di Rea, dalle prestazioni di Davies al primo podio Honda con Bautista, dalle difficoltà di Razgatlioglu a quelle di Lowes, Melandri e BMW: tracciamo il bilancio del primo dei due weekend Superbike ad Aragon

LO SPECIALE

Il mondiale Superbike 2020 giunge al giro di boa proprio a cavallo delle due tappe di Aragon. Non è mai accaduto nella storia del campionato di correre per due weekend consecutivi sulla stessa pista, uno scenario inedito che apre a diverse interpretazioni e accresce la curiosità di capire cosa cambierà nei valori in campo. Nel frattempo, vale la pena di analizzare quanto visto nel fine settimana, tra conferme e sorprese, tracciando il bilancio delle prime gare del Motorland.

 

UP

Jonathan Rea – Il nordirlandese si riprende la testa della classifica grazie alle due vittorie di domenica, salendo a quota novantacinque e puntando ormai alle tre cifre. Su una pista che sembrava dover privilegiare Ducati, anche a seguito del successo di Redding in Gara 1, Rea ha tirato fuori il cento per cento dal pacchetto pilota/moto/squadra per stare davanti alle Panigale V4R. Una prova di forza nella quale rientra anche la Superpole conquistata con il nuovo record della pista; da segnalare tuttavia un paio di errori, quello che gli è costato la lotta per la vittoria in Gara 1 e quello che ha rischiato di fargli perdere Gara 2.

 

Chaz Davies – Il gallese torna a ruggire con due podi di qualità. In Gara 1 termina a pochi metri da Redding dopo una gran rimonta, mentre domenica si piega al forcing fatto da Rea negli ultimi quattro giri. Su una pista che ama follemente (sette vittorie, quattordici podi e una pole) Davies torna quello di Jerez e dei tempi belli, con l’unico rammarico di aver mancato una buona posizione di partenza (nono tempo in qualifica) e di essere scattato male anche in Gara 2. La strada verso il rinnovo del contratto si fa sempre meno accidentata e l‘arrivo del secondo weekend al Motorland non può che essere una buona notizia.

 

Alvaro Bautista – Honda ha macinato tanti chilometri sull’asfalto di Alcaniz e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo spagnolo è stato veloce fin dalla FP1 e il problema al motore accusato a fine turno non gli ha tarpato le ali. Settimo in qualifica, in Gara 1 parte malissimo e finisce a terra dopo aver risalito la china fino

alla top-5 con un gran ritmo; domenica fa quarto nella gara sprint e nel pomeriggio coglie il primo podio per la nuova CBR1000 RR-R, chiudendo a breve distanza dalla coppia di testa. Il prossimo weekend sarà una ghiotta occasione per replicare. Interessante la scelta di montare sempre una SCX al posteriore, che ha pagato anche nelle gare lunghe.

 

DOWN

Alex Lowes – Unico pilota sotto il muro del 1’50” nei test di metà Agosto, il pilota Kawasaki sprofonda nel fine settimana di gara, cadendo in FP2 e in Gara 1 mentre si trovava terzo. Le due gare di domenica non sono state poi particolarmente brillanti, col sesto posto della SP Race e il nono di Gara 2. La differenza con il compagno di squadra Rea si fa sentire, così come accaduto in Honda tra Bautista e Haslam e in Yamaha traVan Der Mark e

 

Toprak Razgatlioglu – La sua avversione per il tracciato del Motorland è storia nota e questo primo fine settimana aragonese non fa eccezione. Altalenante fin da subito, il turco non va oltre l’undicesima casella di partenza, ma grazie a un passo gara più competitivo risale fino alla sesta piazza in Gara 1 e alla settima in SP Race. Gara 2 lo vede protagonista dell’aspra battaglia per il settimo posto, vinta da Haslam con Toprak ottavo. E’ la prima volta che Razgatlioglu completa un fine settimana costantemente al di sotto delle prestazioni del compagno di box Van Der Mark, posto che le R1 in generale non abbiano granché brillato.

 

BMW – Le prestazioni della S1000RR e dei suoi piloti sono state più volte oggetto di analisi, ma questa volta a destare scalpore sono i tanti problemi tecnici che hanno colpito le moto schierate dal team di Shaun Muir. Tom Sykes ha accusato una rottura in FP1 (colpa di un errore nel montaggio del radiatore, pare) e si è dovuto ritirare in Gara 1, mentre Eugene Laverty è finito a terra nel giro di schieramento di Gara 2 per un sospetto malfunzionamento dei freni. Non danno occasione di sorridere nemmeno i risultati in pista, con il dodicesimo posto di Sykes domenica pomeriggio come picco del weekend.