MotoGP, GP Misano (San Marino): è il campionato dei giovani e delle novità

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Quattro vincitori diversi nelle prime sei gare: è un record per la classe regina. Morbidelli è il 23° italiano a conquistare un GP, con Bagnaia che ha completato la prima doppietta azzurra di sempre a Misano. La Honda? Un Mondiale da dimenticare

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Mai così tanti

Il 2020 è un campionato entusiasmante, con dei rovesciamenti di fronte ad ogni gara; ma non solo, ci sta regalando una schiera di nuovi vincitori ad una frequenza impressionante. In queste prime 6 gare abbiamo avuto 4 nuovi vincitori: Fabio Quartararo, Brad Binder, Miguel Oliveira e, a Misano, Franco Morbidelli. E’ praticamente un record. Perché praticamente? Perché nelle prime quattro gare del 1949 ci furono quattro vincitori diversi (Harold Daniell, Leslie Graham, Nello Pagani, William Doran), tuttavia, essendo il primo campionato della storia, il primo, almeno, doveva per forza essere un nuovo vincitore...

 

Morbidelli diventa il 113° vincitore in top-class, il 23° italiano: ora i piloti vincenti presenti in questo mondiale sono 12, valore che non si registrava dal 2007. Morbidelli ha vinto con la Yamaha, e questo dà l’idea di quanto il mondiale sia imprevedibile. Solo alla scorsa gara avevamo registrato il peggior risultato al traguardo del marchio giapponese dal 2007. In Stiria infatti il primo pilota Yamaha al traguardo era stato Rossi, in nona posizione! Non solo: in qualifica la Yamaha ha monopolizzato le prime quattro posizioni con Vinales, Morbidelli, Quartararo e Rossi: non succedeva dal 1988, quando il poker fu Eddie Lawson, Wayne Rainey, Kevin Magee e Christian Sarron. 

 

A compendio di tutte queste novità, il primo podio in carriera di Pecco Bagnaia: porta a 12 i piloti a podio nelle prime sei gare stagionali, un valore registrato in precedenza nel 1951, 1956 e 1976, uno solo meno del record assoluto di 13 del 1952. Morbidelli e Bagnaia hanno messo a segno una doppietta storica: la prima italiana in top-class a Misano, al 24° GP corso sul circuito romagnolo.

 

Il 10 a 0 di Vinales

Povero Maverick! Il suo sta diventando un caso disperato, unico nella storia della top-class moderna: per la decima volta consecutiva parte dalla pole e non vince. I dati delle pole sono stati registrati ufficialmente a partire dal 1974, ed il suo è l’unico caso di una sequenza simile. Certo, la storia di Misano non lo aiutava: l’ultimo a vincere dalla pole qui è stato Pedrosa, dieci anni fa, quindi Maverick era “condannato” già alla vigilia. Forse per Maverick è più conveniente partire dal secondo posto, dal quale ha ottenuto le sue ultime tre vittorie. Ma come si fa? Si mira ad essere più veloci di tutti in qualifica, mica a partire dal secondo posto...

 

La Honda da dimenticare

Continua a stupire il rendimento della Honda senza Marc Marquez alla guida. Statisticamente, dopo aver vinto 6 mondiali in 7 anni, quella stessa RC213V si sta rivelando la peggior Honda di sempre! Il termine di paragone è sempre la disgraziata NR500 del 1979-1981: una moto con cui Honda provò a reintrodurre i motori a 4 tempi in un mondiale dominato dai 2 tempi. Fu un fallimento epocale, e quel 1981, corso a singhiozzo, è una pagina nera nella storia del marchio giapponese che, nel 1982, si rivelò subito vincente con la NS500 a tre cilindri e due tempi. A Misano non c’era nessuna Honda nei primi 12 in griglia, evento che non si verificava, appunto, dal GP di Assen del 1981, quando la unica Honda presente, la NR500 di Takazumi Katayama si qualificò in 15^ posizione a 7”13 dalla pole.

 

La Honda registra il primo GP di Misano senza podi dal 2008; la nona gara consecutiva senza pole dal 2008 e la sesta consecutiva senza podi dal 1981, quando riuscirono a portare a termine un solo GP su sei partecipazioni, in Austria al Salzburgring. Takazumi Katayama terminò 13°, doppiato. Un aneddoto sulla NR500: i giornalisti anglosassoni, dopo numerose apparizioni in cui la moto percorreva pochi metri prima di ritirarsi, battezzarono la sigla “NR” come “Never Ready”, mai pronta...