MotoGP, GP Catalunya (Montmeló), le pagelle: Quartararo voto 10, un bel 9 per Rins e Mir

MotoGp
Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

I migliori e i peggiori del weekend secondo Paolo Beltramo dopo la gara del Montmeló, dove ha vinto Quartararo davanti alla coppia Suzuki Mir-Rins e al compagno di box Morbidelli. A terra Rossi e Dovizioso, che ha dovuto così cedere la vetta del Mondiale proprio a Quartararo. Ora c'è una settimana di pausa, il Motomondiale torna a Le Mans, attenzione agli orari delle gare: Moto3 alle 11.20, MotoGP alle 13, Moto2 alle 14.30

GP CATALUNYA, GLI HIGHLIGHTS

Dal troppo di Misano al troppo poco di Barcellona: stiamo parlando di grip, di asfalto. In queste condizioni, reali, di tutto “nonostante la situazione” non si poteva né pretendere che a Barcellona riasfaltassero il tracciato (tra l’altro il circuito di Catalunya ha già problemi economici), né che Michelin si sforzasse più del solito per portare gomme adatte alla situazione. Si è però finiti a far girare la MotoGP come o poco meglio della Moto2, che è praticamente un monomarca Triumph-Kalex con qualche telaio Speed Up e altri meno competitivi. Insomma, moto che costano 300 volte meno e vanno quasi allo stesso modo. Qui, a Barcellona, per merito delle Dunlop Moto2 e limiti delle Michelin MotoGP, certo, ma insomma…4

 

Italiano fino al midollo. Fabio Quartararo. Ora che è tornato a vincere è diventato di nuovo italianissimo. L’ha detto pure lui, ridendo, ma in fondo un po’ di ragione ce l’ha. Comunque sia, sembra aver ritrovato la leggerezza e la qualità di inizio stagione, l’efficacia senza distruggere le gomme, l’aggressività senza commettere errori. Insomma il diavoletto è tornato e adesso si va a Le Mans, casa sua al di là delle battute e delle origini di famiglia, circuito buono per Yamaha. Potrebbe fare un’altra doppietta come ad inizio campionato e puntare decisamente al titolo di campione. 10.

 

Due Suzuki in pista, due Suzuki sul podio. Mir secondo, ma che quasi prende Quartararo, forse gli sarebbe bastato un solo giro in più. Rins terzo dopo un periodaccio davvero difficile, conseguente alla spalla infortunata e alla crescita esponenziale del compagno Mir. Ma che lui fosse forte lo si sapeva, in fondo è uno dei pochi ad essere riuscito a battere Marquez l’anno scorso. Che la Suzuki sia una gran moto lo si è visto da tempo. Attenti a Mir per il titolo, secondo me c’è anche lui. E comunque anche Rins potrebbe lottare per vincere presto. 9 complessivo perché anche la moto, la squadra, il clima sono vincenti.

 

Stavolta posso provarci. Valentino Rossi la sentiva lì, possibile, alla portata e ha spinto, ha rischiato ed è caduto. Ma quella voglia di vittoria, quella fiammella che niente può spegnere, protetta com’è dalla passione e dall’amore per le corse di moto sono una specie di capolavoro soprattutto a 41 anni. Io il bicchiere lo vedo mezzo pieno, soprattutto perché nel suo dopo non c’è rabbia, ci sono delusione ed accettazione, ma soprattutto comprensione, forza. La forza di prendersi la colpa, la forza di ridere, di fare battute sul fratellino Luca Marini vincente. La forza di un leader che oramai può forse davvero puntare a divertirsi e basta. Senza angosce, obiettivi forzati, pressione per il risultato. Se viene qualche successo, addirittura un Mondiale, ottimo, fantastico, ma non sono più un "obbligo". Ora l’impegno è soprattutto con sé stesso e con la sua infinita passione. Perciò mi aspetto ancora molto da lui. 10 per quanto detto, 4 per il risultato. Per come la vedo io, giovane dentro, forte fuori.

 

Frankie Morbido e Maverick Vinales. Le due facce della Yamaha: l’italiano lotta con una moto un po’ meno aggiornata delle altre, non si lamenta, sbaglia e lo ammette, finisce quarto, stringe i denti, dà e prende tutto quello che può. Un grande, 8. Lo spagnolo invece parte sconfitto, si lamenta della moto che pure con Quartararo vince, con Rossi ci prova e sta davanti, con Morbidelli combatte per il podio e dice che sarebbe stata la stessa cosa non partire, che KTM e Ducati lo hanno passato dopo la partenza e che lui in 3° e 4° era praticamente fermo. Il solito Vinales, anzi peggio del solito, purtroppo. Veniva dal successo di Misano 2 e sembrava in forma e soddisfatto, invece si arrende subito, non corre e finisce 7° soltanto per le numerose cadute davanti a lui. Per sottolineare in partenza è vero che lo passano, ma poi lo sorpassano anche in frenata e in curva. Voto 2.

 

Capitolo Ducati: Miller quinto, Bagnaia sesto, Petrucci ottavo. Zarco (incolpevole se vogliamo) stende Dovizioso alla prima curva dopo essersi trovato quasi coinvolto in un contatto di fronte a lui. Il risultato globale è misero, soprattutto su una pista che ha visto molti trionfi passati della Rossa bolognese. I piloti si impegnano, la casa dice altrettanto, ma sembra che oramai questa sia diventata soltanto una stagione di transizione, di passaggio. Brutto a metà stagione appena compiuta, ma il seme del fallimento era stato piantato prima gestendo male la situazione Dovizioso, l’unico tra i piloti Ducati attuali, a poter vincere il titolo e di Petrucci, licenziato ma ufficiale. In futuro si vedrà, miglioreranno Bagnaia, Miller e speriamo Zarco, ma insomma per ora 4.

 

Luca Marini l’artista. Completamente diverso dal fratello Valentino come carattere, ma sulla buona strada per diventare anche lui campione del mondo, perlomeno di Moto2. A Barcellona il pilota dello Sky Racing Team VR46 ha compiuto un capolavoro gestendo gomme, moto e avversario. Sam Lowes quando è in palla e non si stende è una bega, ma una volta raggiunto, Luca si è fatto superare ha seguito per sforzare meno le gomme e poi l’ha passato e se ne è andato a vincere. Ed è vero, c’è una certa poesia nella sua guida. 10.

 

Molto bene pure Fabio Di Giannantonio, finalmente sul podio e felice. Bene, considerando la giornata difficile, Bastianini e Bezzecchi sesto e settimo. Lo zero di Martin rientrato dopo due gare e ancora sfortunato fa sì che si consolidi là davanti nel Mondiale il trio “tutti in piedi sul divano”: Marini (150 punti) Bastianini (130) Bezzecchi (114) 110 e lode, per ora.

 

McPhee stende Arenas e rende la moto3 più interessante. In gara il Binder piccolo batte Arbolino (ma perché tutta quella scena in staccata anche quando non fa sorpassi?) e Foggia. Insomma ancora tanta Italia sul podio, tanti giovani che rappresentano un domani probabilmente luminoso per il nostro motociclismo.