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MotoGP, GP Europa. Mir vince a Valencia e ipoteca il Mondiale. 8° Dovizioso, fuori Rossi

Sandro Donato Grosso

©Getty

Doppietta Suzuki a Valencia. Mir vince la prima gara della sua carriera e allunga in testa al Mondiale: adesso è a +37 su Rins, che chiude al 2° posto. Terzo gradino del podio per Pol Espargaró. Il miglior italiano è Dovizioso (8°). Ritorno alle corse amaro per Rossi, costretto a fermarsi al quinto giro per un problema tecnico. "Stavo prendendo un po’ di ritmo, poi la moto si è rotta", commenta Valentino. Caduta al primo giro per Quartararo, fuori anche Bagnaia

MOTOGP, GP EUROPA: GLI HIGHLIGHTS

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Joan Mir ha finalmente vinto il suo primo GP in una stagione nella quale è protagonista naturale. Il maiorchino merita di essere in questa posizione perché rispetto ai diretti avversari ha mostrato maggiori qualità. Cerchiamo di capire quali sono. Innanzi tutto la costanza di rendimento unita alla capacità di gestione di tutti i momenti del week end di gara e non solo della domenica. Nei primi Gran Premi ha raccolto punti importanti frutto di belle rimonte quando non era in grado di partire davanti in griglia di partenza e si è saputo "accontentare" degli altri gradini del podio quando vincere avrebbe significato correre rischi ulteriori.

 

Dal punto di vista mentale ha mostrato lucidità e maturità in una stagione difficile a causa del covid, con il calendario che ha imposto gare ravvicinate e tempi di reazione fulminei. Joan assapora il gusto di questo successo, che evidentemente lo consacra,  grazie ad una gara dove ha mostrato anche la capacità di saper fare un cambio di passo strategico.

 

È successo quando il compagno di squadra Rins ha sbagliato una marcia e gli ha aperto la porta alla curva 11. Lui ha risposto portandosi in testa e provando la fuga scendendo sotto il muto dell' 1'32". Una capacità di saper rischiare che non è cosa da poco a tre quarti di corsa con un titolo in ballo, che fa arrossire chi soffre il braccino del macht point. Ma c'è anche la componente tecnica rilevante.

 

Mir unitamente al compagno Alex Rins, secondo in campionato in compagnia di Fabio Quartararo che si è dissolto assieme ai problemi della Yamaha, rappresenta  anche l'espressione di una Suzuki cresciuta e pronta obiettivi importanti. Il Team gestito da Davide Brivio dispone di una moto calibrata, con un propulsore potente ma non "arrogante", e molto guidabile grazie anche a qualità telaistiche intrinseche.

 

L'approccio della squadra è altresì composto e senza protagonismi né di piloti né di tecnici o management. Insomma, mentre la Honda senza Marquez è esistita poco, la Ducati è stata inghiottita dalle sue prestazioni mediocri dell'ultimo periodo e la Yamaha si deve leccare le ferite delle proprie scelte tecniche, la Suzuki ha fatto la differenza. I demeriti degli avversari hanno pesato ma il risultato finale è figlio anche di una sana armonia.

 

Armonia, sembra un termine desueto che stride in un mondo figlio di telemetrie ed  ingegneri ma a volte anche l'ordine delle cose può fare la differenza e produrre un suono armonico. Diciamo come quello di un violino (come viene definita la GSX-RR che ha un suono armonico). In un conservatorio non sono mai entrato ma il richiamo forse non stona poi così  tanto…

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- di Redazione SkySport24