MotoGP, Bagnaia correrà nel GP Misano: quando la passione è più forte del dolore
MotoGp ©Motorsport.comRispetto al passato i tempi di recupero si sono allungati in caso di incidenti. La prudenza paga, mentre la fretta può creare problemi, come successo a Marquez dopo l'infortunio a Jerez nel 2020. Bagnaia non ha riportato fratture dopo la caduta a Barcellona: tornerà in pista a Misano, nonostante il dolore al coccige. Pecco può fare affidamento su una grande passione, insieme allo spirito indomito di un campione che ha già messo in conto di non potere gareggiare al 100%
Il ritorno in pista di Bagnaia, cinque giorni dopo il drammatico incidente di Barcellona, può essere considerato un miracolo? Sul piano razionale può essere inquadrato come il risultato di una serie di concause più o meno fortuite (i riflessi dei piloti che sono riusciti a evitarlo, la dinamica del contatto tra la sua gamba e quella della moto di Binder), doti atletiche del pilota allenato come un agonista di alto livello, protezioni (tuta e airbag), trattamenti seguiti nei giorni successivi per drenare l’ematoma, rimettere in sesto il fisico, ridurre l’intensità del dolore.
Quanto costa la testa per tornare subito in pista
Poi c’è la componete psicologia, la più importante: la voglia di tornare subito in pista a correre, quella che Bagnaia stesso ha definito giovedì ai microfoni di Sky "la benzina più potente che ci sia". Quest’ultima frase sintetizza lo spirito dei protagonisti del Motociclismo, da sempre. La tenacia dei piloti è proverbiale, ma non sempre ha dato gli esisti sperati. Clamoroso fu il caso di Jorge Lorenzo, al Gran Premio di Assen del 2013, quando lo spagnolo corse con una clavicola fratturata pochi giorni prima in prova, e all’estremo opposto l’ormai celebre incidente di Marc Marquez a Jerez del 2020. Lo spagnolo tornò a correre con l’omero destro appena operato, nelle prove libere della gara immediatamente successiva, a sei giorni di distanza. Sappiamo com’è andata a finire: si ritirò durante le qualifiche e lì è cominciato il suo calvario.
Maggiore cautela dopo l'episodio di Marc Marquez
Proprio l’esperienza di Marquez ha segnato i comportamenti successivi, improntati a una prudenza maggiore. Preservare la salute, oggi, è considerato importante per preservare anche la propria attività sportiva (oltre a evitarsi fastidiosi postumi a fine carriera). Meglio un recupero lento ma sicuro, piuttosto che un rientro affrettato e pieno d’incognite. Restando alla stagione attuale, molto più impegnativa sul piano fisico con l’introduzione delle Sprint al sabato, Bastianini è l’esempio migliore: dopo la frattura rimediata il sabato del Gran Premio di Portimao, ha impiegato 5 gare per tornare a gareggiare. Nello stesso weekend Pol Espargaró era rimasto vittima di un incidente ben più cruento (fratture alle vertebre e alla mandibola) che l’ha tenuto fuori fino a Silverstone, quindi per sette gare. Alex Rins non ha ancora comunicato quando tornerà a gareggiare dopo la caduta del Mugello, che gli ha lasciato la tibia destra fratturata: nel frattempo sono passati già cinque Gran Premi, nell’arco di tre mesi. Segno che lo spagnolo sta seguendo una convalescenza prudente, com’è giusto che sia. I tempi di recupero si stanno allungando, è evidente, dopo gli eroici recuperi di una volta, definiti miracolosi con un certo gusto retorico. Quello di Bagnaia non rientra tra questi: il piemontese non ha ossa rotte, ma un gran dolore da sopportare al coccige, il primo vero avversario di questa gara. Ma il direttore sanitario (il chief medical officer) gli ha dato l’ok, si presume dopo una visita accurata, con le valutazioni e le prove previste dal protocollo medico. Nessun miracolo, quindi, ma una grande passione che smuove ogni ostacolo e lo spirito indomito di un campione che ha già messo in conto di non potere gareggiare al 100% della sua condizione.