Honda CBX1000, il 6 cilindri che non ti aspetti

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Il grosso sei cilindri della CBX 1000 trova casa e nuova vita in una ciclistica moderna ed efficiente. E' una special argentina, che merita di essere conosciuta

Le prime maxi giapponesi, fino alla metà degli anni 80, seguiva spesso lo stereotipato luogo comune (del resto nato da un fondo di verità) di un pacchetto tecnico composto da un motore potentissimo mal gestito da una ciclistica che, per usare una celebre locuzione statunitense, non era in grado di incassare gli assegni scritti dal propulsore.

La sei cilindri Honda CBX 1000 non faceva eccezione: 105 cavalli all’epoca costituivano un valore fuori dalla portata di molte moto da corsa. Peccato che telaio, sospensioni e freni torcessero, flettessero e non fossero in grado di frenare e far curvare un razzo lanciato da motore a 240 e passa km/h.

La situazione è cambiata radicalmente: ora le moto di serie del Sol Levante godono di ciclistiche sublimi. Cosa che ha dato ai preparatori di special l’opportunità di regalare a motori capaci di prestazioni ancora apprezzabili dei rolling chassis all’altezza della situazione.

Vedasi il caso di questa CBX1100 realizzata dagli argentini di Herencia Custom Garage, che si sono procurati avantreno e retrotreno di una Yamaha Fazer8 ed hanno effettuato un trapianto complesso (adattare il forcellone ha richiesto accorciamenti ed allargamenti, come potete immaginare) rinforzando nel contempo il telaio originale con staffe e traversini ricavati dal pieno e nuovi attacchi motore.

Il motore è stato lasciato pressoché di serie, con la sola sostituzione dei carburatori in favore di sei unità Keihin CR e l’arrivo dello spettacolare scarico sei-in-sei. Le sovrastrutture sono rimaste grossomodo quelle originali, con qualche piccola modifica qua e là; quello che è cambiato completamente è il frontale, con strumentazione digitale Kodo e un avveniristico faro ricavato trapiantando una serie di LED in una tabella portanumero.

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