Toyota, basta correre: la macchina del futuro deve volare

Motori
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Nel 2012 è nato quasi per gioco il progetto che il costruttore giapponese ha affidato a un team di dipendenti denominato Cartivator. Sarà lunga 3 metri, larga 1,3 e in aria sarà spinta da 4 rotori. L'obiettivo è di presentarla ai Giochi di Tokyo del 2020 per l'accensione del Braciere Olimpico

Quella del volo, si sa, per l'umanità è un'ossessione piuttosto datata. Dalle fondamentali idee di Leonardo da Vinci ai tentativi dei fratelli Wright, la voglia di volare ancora oggi resta un'occasione della quale la gente coune può usufrire solo in occasioni ben circoscritte: un viaggio di piacere oppure uno spostamento di lavoro, ma comunque sempre da passeggeri. Il futuro, però, potrebbe riservare qualcosa di diverso, di molto diverso. E così, se siete stanchi del traffico stradale e dei parcheggi selvaggi, per assaporare la libertà di una svolazzata quotidiana non vi resta che attendere i risultati del progetto della macchina volante che la Toyota ha affidato al team chiamato "Cartivator".

Le origini del progetto

Il papà di questa idea si chiama Tsubasa Nakamura. Oggi a a capo della squadra, nel 2012 dopo aver vinto una scommessa decise di riscuore come "premio" dai colleghi la loro disponibilità a lavorare al progetto della macchina che vola. Tra ingegneri e sviluppatori, il gruppo attualmente è formato da 19 persone, che ha avuto a disposizione un budget di 350 mila dollari investiti da Toyota, cui nel tempo si sono sommati altri fondi ottenuti da Nakamura&soci. 

Com'è fatta?

Nelle intenzioni del costruttore la macchina volante sarà lunga circa 3 metri e larga 1,3. In aria sarà spinta da 4 rotori (pensate alle pale degli elicotteri) in grado di raggiungere 100 km/h a un'altezza di 10 metri da terra. A terra, perché lì prima o poi bisogna atterrare, poggerà su 3 ruote. Questa utilitaria del volo, giusto precisarlo, non è l'unica idea a cui qualcuno sta lavorando. Nella Silicon Valley (California) si lavora ad esempio alVahana. Progetto di un'auto volante a pagamento che, nelle intenzioni degli ideatori, potrà essere contattata via app come fosse un taxi qualsiasi.  

I prototipi e l'obiettivo

Quelli del "Cartivator", intanto, sono alle prese con i primi prototipi, lo sviluppo del motori e dei sistemi di stabilizzazione del mezzo. L'obiettivo è quello di arrivare al primo vero volo a fine 2018 e soprattutto mostrare l'esito del loro lavoro ai Giochi di Tokyo del 2020, per l'accensione del Braciere Olimpico. A quel punto sì che si potrebbe cominciare a pensare seriamente ad una data per la commercializzazione. Insomma, non prendetevela per qualla macchina in doppia fila. E' quasi finita...