ATS GT, la rinascita di un mito

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Automobili Turismo e Sport, nome mitico per l'automotive italiano, ha dato vita alla nuova GT, caratterizzata da un V8 da 650 CV. Scopriamola insieme

La situazione a Maranello era rovente. I direttori diedero l'aut-aut: «O noi o lei», il Drake non ci pensò due volte e mise alla porta gli otto che non erano impiegati qualunque, ma rispondevano al nome di Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini, direttori tecnici, Romolo Tavoni, direttore sportivo, Girolamo Gardini, direttore commerciale, Federico Giberti, direttore di produzione, Ermanno Della Casa, direttore amministrativo, Fausto Galassi, direttore della fonderia e Enzo Selmi, direttore del personale.

Dopo esser riusciti a recuperare i fondi per partire, nacque la ATS 2500 GT. Realizzata in appena 12 esemplari, oggi è rivalutata come una delle GT italiane più raffinate ed eleganti. Purtroppo l'avventura ATS ha vita breve: dopo la débâcle alla Targa Florio 1964, Bizzarrini prende la strada che lo porterà alla Lamborghini, mentre Chiti diventerà il deus ex machina di Autodelta, la scuderia ufficiale Alfa Romeo.

Oggi sono Daniele Martan e Emanuele Bomboi a far risorgere un marchio carico di significato presentando la ATS GT che è l'ultima creatura della “nuova” ATS che è stata rifondata a Borgomanero (TO).

La nuova GT è composta da una carrozzeria in fibre composite ed alluminio dalle linee filanti e aerodinamiche in grado di scattare da 0 a 100 km/h in 3 secondi e di raggiungere una velocità massima di 330 km/h.
A spingerla c'è un V8 3.8 litri da 650 CV e 678 Nm di derivazione McLaren, che può essere potenziato a 700 CV e 750 Nm su richiesta. Il cambio a 7 rapporti è abbinato ad un sistema denominato “Cuore” che permette la regolazione della dinamica di marcia scegliendo tra le modalità Viaggio, Sport e Corsa.

La supercar, in questa versione iniziale, verrà prodotta solo in 12 esemplari con un prezzo di listino di ben 1.150.000 euro.

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