Superbike, Rea: "Merito di stare vicino a Fogarty"

Motori
Jonathan Rea (foto: Getty)
rea_intervista

Intervistato da WorldSBK.com Jonathan Rea, quattro volte campione del mondo Superbike, parla dei suoi  anni in Kawasaki e dell’importanza del team KRT Provec, più di una famiglia per lui. Con grande sicurezza, ma senza alcuna arroganza (e lasciando parlare le statistiche), si considera il numero 1 della SBK. Potrebbe fare diversamente?

TEST JEREZ: ANTIPASTO DI UN GRAN CAMPIONATO

CALENDARIO 2019

Senza il team giusto, Rea non sarebbe diventato il “cannibale” della SBK

“Nel 2015 ero sollevato, ho trovato un grande team e una grande moto, pronto a vincere il campionato. In passato la gente ha sempre detto che avevo del potenziale, ma se non avessi trovato il giusto team, io non l’avrei mai scoperto. Il 2016 è stato l’anno più impegnativo: abbiamo cambiato completamente la moto, ricorrendo ad un nuovo modello. Abbiamo dovuto affrontare diversi problemi e a volte non abbiamo preso la strada giusta con gli sviluppi, ma alla fine abbiamo superato tutto con il lavoro di squadra e, senza mai arrenderci, abbiamo messo a posto le strategie. È stato difficile ma il team ce l’ha fatta. Il 2017 e il 2018 sono stati uguali: mi sono divertito come mai prima. Nel 2016 avevo pensato al ritiro e avevo cominciato a chiedermi cosa avrei voluto fare dopo la Superbike, ma è dall’inizio del 2017 che non faccio altro che pensare che non vorrei mai smettere. In questi due anni mi sono divertito molto sulla moto e con i ragazzi.”

L’inizio del mondiale Superbike 2018 è stato durissimo

“L’inizio dell’anno è stato difficile. A Phillip Island è stato strano perché abbiamo corso con dei problemi alle gomme in gara 1 e in gara 2 sono arrivato secondo. In Thailandia ho avuto dei problemi con i freni, ma in gara 1 sono riuscito a vincere. Al di là del quinto posto in Australia e del quarto a Buriram, l’anno è stato molto stabile. Mentalmente, dopo l’inizio, abbiamo dovuto riprenderci e continuare. Probabilmente è stato il peggior inizio di stagione nei quattro anni che ho passato con la Kawasaki ma eravamo sicuri della moto e dei ragazzi che ci lavorano. Così abbiamo superato le gare difficili ed è andato tutto bene.”

Pilota e team ossessionati dalla vittoria

Vincere diventa un’ossessione, anche all’interno del team. Le persone da fuori parlano della ZX10RR e di me, ma quella è solo una piccola parte. A vincere è la squadra e l’atmosfera è ottima. Vengo a lavorare e metto in pericolo la mia vita, ma i ragazzi che ci sono attorno a me lo rendono divertente e mi piace molto andare in circuito. Il rapporto con il team e con la mia famiglia sono molto importanti. Sono stato molto fortunato ad avere trovato questa cosa non solo nello sport ma anche nella vita.
La sinergia che abbiamo quando lavoriamo assieme è fantastica, sono sicuro al 100% che questo sia il motivo del nostro successo. Statisticamente mi sento uno dei più grandi piloti di sempre. 4 titoli mondiali e una vittoria in più rispetto a “Foggy”, e siamo riusciti a farlo con lavoro e costanza, riuscendo a dare il meglio. È molto bello essere paragonati a Carl Fogarty, e credo di meritare il mio posto accanto a gente come lui.”

Chaz Davies il primo rivale in Superbike

“Nella mia carriera ho gareggiato contro Ducati, Yamaha, Honda, Aprilia, BMW e non è stato affatto facile. La sfida più grande di questi anni è stata con Chaz Davies. Lui è stato uno dei più forti e anche se la fortuna è stata più a nostro che a loro favore [Ducati, ndr.], nei suoi giorni migliori lui è uno dei più veloci. Ci sono state volte in cui ci ha battuto e noi non siamo riusciti a trovare risposte su come poter migliorare. Poi nei weekend successivi è arrivato il nostro turno. E ora, con l’impegno di Yamaha [che ha raddoppiato le moto in pista, ndr.], si vede che Michael vd Mark farà un grande passo avanti e potrebbe diventare il pilota da battere. Anche io mi sono preparato e ho fatto il mio, proprio come i ragazzi in Giappone, preparando la moto. Spero di essere di nuovo qui anche per le prossime due stagioni, non ci resta che aspettare e vedere cosa succede.”