Speciale Tourist Trophy 2018: la magia dell'Isola, su SkySport MotoGP

Motori

Guido Sassi

Dal 4 al 9 Giugno l'isola di Man ha ospitato la 98^ edizione del Tourist Trophy. Il TT è la perfetta sintesi di molte contraddizioni. Un evento allo stesso tempo tradizionale ma sempre in evoluzione, dove quest’anno sono crollati i record ma i miti resistono in eterno. Su Sky Sport MotoGP le sintesi di tutte le gare di questo 2018.Tre puntate natalizie: la prima con Superbike, Sidecar, Supersport, la seconda con Superstock, Lightweight, TT Zero e per chiudere, la gara più prestiogosa, il Senior TT

I MOTORI SCALDANO IL NATALE DI SKY

GLI SPECIALI DI SKY SPORT: UN NATALE DI CALCIO (E NON SOLO)

L’Isola di Man è una terra di contrasti. Il tempo sembra essersi fermato in suggestioni medievali e paesaggi di un passato più o meno recente: castelli, treni a vapore, mulini ad acqua; persino un ponte delle fate che rimanda ad antiche leggende. Ma il cronometro corre anche incredibilmente rapido lungo le 37 miglia abbondanti del circuito del Mountain. Un giro al Tourist Trophy può sfrecciare all’incredibile velocità media di 135 mph (217,98 chilometri orari). Il nuovo record del Senior TT è stato segnato proprio quest’anno da Peter Hickman, nell’edizione che il pilota inglese ha vinto. I record sono caduti anche in molte altre categorie, perché il meteo è stato clemente e l’asfalto si è gommato rapidamente.

La seconda contrapposizione tanto evidente è proprio nel rapporto che c’è tra un mondo tecnologico che si evolve secondo le più recenti tendenze e un tracciato sostanzialmente identico a quello del 1907. Pneumatici sempre più prestazionali sono montati su moto dalle specifiche Superbike, guidate da piloti che ormai interpretano il tracciato – soprattutto dal Ramsey Hairpin in poi-, come se fosse una pista. D’altronde c’è sempre maggiore travaso di rider dalla pista alle road races. Alcuni di loro - “Hicky” è ancora una volta un esempio calzante-, hanno portato gli angoli di piega, lo sfruttamento dei metri di strada all’estremo. Ma i muretti dei campi e le pareti delle case sono sempre lì, immobili nello stesso spazio che occupavano cento anni fa, con grande stupore di chiunque veda dal vivo o in televisione le immagini delle moto in gara.

Il terzo contrasto è tra una dimensione molto locale e l’avventura di chi arriva da lontano, dove basta essere continentali per appartenere a una dimensione totalmente diversa. Così la piccola Paton da Milano è riuscita a portare alla vittoria nella categoria Lightweight una moto verde come la Lombardia, piuttosto che verniciata in un tradizionale – per quelle latitudini- british green. La tradizione italiana è tornata a ottenere successo, oltre che partecipazioni. E se i tempi delle dieci vittorie di Agostini sono lontanissimi, c’è oggi modo di esultare per orgoglio nazionale senza doversi affidare a vecchie statistiche. Il confronto tra il mondo inglese e il resto della starting list dà ulteriore rilievo a una gara che sembra ormai essere tornata a uno scenario di rilevanza internazionale anche per chi non è un addetto ai lavori.

E infine l’antitesi più cruda, quanto inevitabile, è quella che contrappone il romanticismo di una dimensione tanto confidenziale come il paddock sempre aperto al pubblico, o i piloti che scherzano tra di loro, alla pericolosità di una gara che anche quest’anno ha avuto il proprio bilancio di vittime. Molto umano e terribilmente disumano al contempo, il Tourist Trophy trova proprio in questa doppia faccia la propria sintesi finale.

Chi ama questo evento tanto affascinante avrà la possibilità di rivivere su Sky Sport MotoGP l’intero spettacolo della settimana di gare del Tourist Trophy 2018. Superbike, Superstock, Supersport, TT Zero, Sidecar, Lightweight e ovviamente Senior TT vi porteranno all’interno di un mondo magico: inizia con la pacca sulla spalla che il marshall dà come segnale di via ai piloti in partenza e prosegue come un velocissimo sogno, tra le curve del magico Mountain.