Riparte la Nascar: come si corre ai tempi del coronavirus

Il coronavirus non ha certo fermato la Formula Nascar, una delle grandi passioni sportive degli americani. A Darlington, Carolina del Sud, si è tornati a correre senza pubblico dopo che il campionato era stato fermato il 13 marzo. Con il nome di un medico scritto su ogni macchina

CORONAVIRUS: AGGIORNAMENTI IN DIRETTA

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Una pista leggendaria, il Darlington Raceway in Carolina del Sud: la Nascar ha riacceso i motori qui, con una gara di 293 giri (400 miglia in tutto) che è tornata a far gioire gli appassionati. Nessuno sugli spalti ovviamente, e misure preventive molto rigide

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Ma anche un bellissimo omaggio a chi lotta in prima linea contro il coronavirus. Tante le dediche, ma non solo

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Su ognuna delle 40 auto al via, infatti, sopra al finestrino, invece del nome del pilota c’era quello di un medico, un infermiere o un operatore sanitario

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Il rigido protocollo, per limitare assembramenti solo al giorno della gara, ha previsto che la griglia di partenza venisse sorteggiata. Piloti divisi in fasce in base alla classifica e successiva “estrazione”

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Il campionato, che ha in calendario 36 gare, era stato fermato il 13 marzo, dopo che si era corsa la quarta della stagione. Al momento ne sono state riprogrammate altre sette

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Massimo 16 le persone ammesse per ogni team. A tutti i piloti e ai membri degli staff è stata provata la temperatura all’ingresso del circuito

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Alle gomme, invece, viene provata… la pressione

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Presenti ovunque cartelli che invitano al rispetto delle misure di sicurezza

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I piloti, ovviamente, si sono presentati tutti mascherati. E la mascherina, in certi casi, diventa anche un accessorio “di tendenza”

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E anche gli ufficiali di gara hanno la loro mascherina "personalizzata"... a scacchi

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Fa una certa impressione, invece, il colpo d'occhio con gli spalti vuoti

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Parola d'ordine "distanziamento sociale" anche nella pit lane

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Mentre i pit-stop diventano causa di piccoli "assembramenti"... attorno alle auto

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E la gara? La curiosità di vedere come si riaccendessero i motori negli States rischiava di far passare in secondo piano lo spettacolo sportivo, che però in America è già diventato l'emblema della rinascita del Paese