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NBA, i risultati della notte: Spurs travolgenti

NBA

San Antonio annienta Toronto e vince una gara senza storia. Boston batte in casa gli Utah Jazz grazie al contributo del solito Isaiah Thomas. Tornano al successo i Lakers, che mandano a bersaglio 17 triple e hanno la meglio in casa contro i Memphis Grizzlies

San Antonio Spurs-Toronto Raptors 110-82 - I San Antonio Spurs spazzano via dal campo i Toronto Raptors già nel primo quarto e travolgono i canadesi in una gara senza storia già dalla palla a due. Come accade da oltre un lustro alla squadra di coach Gregg Popovich, l’ingranaggio decisivo per pompare al meglio il carburante nel motore dei texani è Tony Parker, scintillante nei 23 minuti in campo con i suoi 15 punti e 8 assist. I nero argento partono con un 26-10 di parziale nei primi otto minuti che indirizza subito il match, poi si fermano per oltre cinque minuti senza mettere punti a referto, ma Toronto, viste le croniche difficoltà al tiro, non riesce ad approfittarne. Quando gli Spurs ritrovano la mira, il loro vantaggio non scende mai al di sotto dei venti punti. Alla fine sono 82 quelli realizzati dai Raptors, minimo stagionale per i canadesi sempre perdenti contro le top-3 squadre NBA (0-6) e che non vincono a San Antonio dal dicembre 2007. Per i padroni di casa alla fine sono 25 punti (e +38 di plus/minus) per Kawhi Leonard, alla 67^ partita consecutiva in doppia cifra. 26 per DeMar DeRozan mentre Kyle Lowry si ferma soltanto a quota 6 con 2/9 al tiro.

Boston Celtics-Utah Jazz 115-104 - Rispondere sul campo è sempre il modo migliore per sfogare la propria rabbia. Jae Crowder lo sa bene, infastidito dagli applausi riservati dalla folla del suo TD Garden a Gordon Hayward, oggetto del desiderio tutt’altro che nascosto dei Celtics per la prossima stagione. Peccato che in quella posizione al momento ci giochi lui, già rottamato a inizi gennaio senza un motivo apparente. Una spinta in più per fare bene sul parquet: alla fine sono 21 punti, 5/6 da tre e secondo per punti segnati soltanto al piccolo grande Isaiah Thomas, che fissa il suo massimo in carriera per assist (15), aggiungendo 29 punti e cinque triple. Boston fa gara di testa in tutto il secondo tempo, senza lasciare mai spazio alla rimonta dei mormoni: alla sirena finale sono 17 per Joe Johnson e 23 per Hayward. Crowder può stare tranquillo, non c’è poi tutta questa differenza.

Detroit Pistons-Indiana Pacers 116-121 - In una Eastern Conference sempre più combattuta e con la classifica più corta che mai, gli Indiana Pacers lucrano il secondo successo stagionale a Detroit, decisivo nella rincorsa ai playoff. La squadra di coach McMillan, che non brilla certo per essere travolgente in attacco, gioca una delle sue migliori partite a livello offensivo, mettendo a referto 121 punti, con il 58% dal campo e il 56.3% da tre. I Pistons, che mandano tutto il quintetto in doppia cifra, restano aggrappati al match grazie ai 20+14 di Andre Drummond e 20-7-12 di Reggie Jackson. Troppo poco, alla fine la decide Paul George con 12 dei suoi 32 punti realizzati nel quarto periodo. Indiana sale così al settimo posto, condannando Detroit al dodicesimo a Est.

Dallas Mavericks-Washington Wizards 113-105 - Nella serata in cui i Dallas Mavericks ritrovano il successo in casa contro Washington, la buona notizia sembra essere la svolta che coach Rick Carlisle ha deciso di dare al suo quintetto, scrivendo la parola fine all’ipotetica convivenza da starter di Dirk Nowitzki e Andrew Bogut, il cui impiego è stato limitato non solo dagli infortuni in questi mesi, ma anche dalla scarsa compatibilità tra i due. In 53 minuti totali trascorsi sul parquet infatti, Dallas è andata sotto di ben 62 punti nel punteggio quando entrambi sono stati schierati: un limite evidente, a cui bisognava trovare una soluzione. Via quindi l’australiano da sotto il ferro e al suo posto il lungo tedesco schierato come centro. “Dobbiamo cercare di limitare le possibilità del palleggiatore di andare al ferro”, commenta Nowitzki riguardo le difficoltà difensive che comporta il suo impiego in quella posizione, felice però di aver contribuito a far iniziare ai texani l’anno con il piede giusto. Alla fine sono sei i giocatori in doppia cifra tra i padroni di casa, uno in più degli Wizards a cui non bastano i 27 di John Wall e i 25 di Bradley Beal.  

Phoenix Suns-Miami Heat 99-90 - Nella sfida da ex di Goran Dragic, cresciuto cestisticamente in Arizona prima di volare a Miami, ad avere la meglio sono i Phoenix Suns, che pongono così fine a una striscia di 12 sconfitte consecutive contro gli Heat. Un filotto talmente lungo che ai tempi dell’ultima vittoria Devin Booker, il protagonista della serata con i suoi 27 punti, aveva soltanto 13 anni. Marquese Chriss (che di anni ne aveva 12) ne mette altri 18, in una gara dominata nel secondo tempo dai Suns. Agli Heat non basta la super prestazione di Willie Reed che chiude con 22 punti e ben 18 rimbalzi.

Los Angeles Lakers-Memphis Grizzlies 116-102 - I Lakers ritrovano prima la mira e poi il successo nella sfida contro Memphis, mettendo a referto ben 17 triple realizzate, massimo in stagione per i gialloviola. A guidare i losangelini Julius Randle, non tanto per i canestri dalla lunga distanza, quanto per la tripla doppia con cui a concluso il match: 19 punti, 14 rimbalzi e 11 assist per il numero 30. A proposito di triple, impressionante il dato che riguarda Marc Gasol, il migliore dei suoi con 22 punti, 6 rimbalzi e 7 assist: il lungo catalano infatti, dopo otto anni NBA in cui aveva realizzato 12 canestri da tre in totale su 66 tentativi, ha tirato in questi due mesi di regular season ben 120 volte, mandando a bersaglio 49. Un'arma in più che contro i Lakers non è bastata, ma che potrà fare la differenza per i Grizzlies in futuro.