La sfida dell'Air Canada Center tra Toronto Raptors e New York Knicks (in onda su Sky Sport 2 dalle 21) mette di fronte due squadre che arrivano da momenti di forma opposti. I newyorchesi alle prese con l'ennesima crisi di risultati (e in spogliatoio) mentre i padroni di casa vanno alla caccia dell'ennesimo successo contro una squadra dell'Atlantic Division
È uno scontro tra squadre dell’Atlantic Division quello che caratterizzerà l’NBA Sunday di questa sera alle 21.30 su Sky Sport 2. All’Air Canada Centre di Toronto arrivano infatti i New York Knicks, che nonostante la vittoria contro i Chicago Bulls (privi però di Jimmy Butler) stanno attraversando il momento più difficile della loro stagione, reduci da nove sconfitte nelle ultime undici partite. Quella tra Raptors e Knicks è la sfida più antica di tutta la NBA, visto che la primissima partita dell’1 novembre 1946 fu proprio un incontro tra la franchigia della Grande Mela e quella del Canada, che al tempo si chiamavano Huskies — e proprio per onorare i loro “antenati” gli attuali Raptors indosseranno la maglia blu e bianca, divisa con la quale non hanno ancora perso in questa stagione (tre vittorie, di cui una proprio con i Knicks lo scorso 12 novembre). Kyle Lowry e soci sono nel bel mezzo di una striscia di cinque incontri consecutivi con squadre della propria Division contro cui sono imbattuti in questa stagione (7-0), avendo appena rifilato il massimo nella storia della franchigia (132 punti) ai Brooklyn Nets. Improbabile la presenza di Patrick Patterson per un problema al ginocchio, mentre i Knicks sapranno solo all’ultimo se potranno contare su Kristaps Porzingis.
La consueta bufera newyorkese — Nei mesi invernali tira un freddo glaciale nella Grande Mela, e i Knicks vivono all’interno dello spogliatoio lo stesso clima della città. Nonostante la vittoria con Chicago, Derrick Rose si è presentato davanti ai microfoni chiedendo pubblicamente a coach Jeff Hornacek di andarci più duro con la squadra per quanto riguarda la fase difensiva: “Il modo in cui difendiamo da il via a molte cose. Gli ho detto che deve essere più duro con noi in difesa ogni giorno. Deve continuare a martellarci fino a quando non saremo stanchi di sentirglielo dire”. In effetti i Knicks hanno la 25^ difesa della NBA con 107.7 punti concessi su 100 possessi, anche se Rose non ha saputo identificare un singolo aspetto che non funziona: “Impegno, schemi, decisioni, giocatori, comunicazione. È tutto. E si vede quando siamo in campo. Alcune partite andiamo bene, in altre siamo molto diversi. E vorrei dire un’altra parola, ma mi limito a dire solo ‘molto diversi’. Dobbiamo trovare una via di mezzo”. Per quanto riguarda Carmelo Anthony, invece, il solito velenosissimo New York Daily News ha riportato che, a seguito della sconfitta con i Sixers, la stella si è scagliata contro i compagni di squadra in spogliatoio, colpevoli di non averlo coinvolto nell’ultimo possesso offensivo che ha poi portato al canestro sulla sirena di T.J. McConnell (peraltro segnato proprio in faccia a lui). E anche se Anthony non ha intenzione di lasciare i Knicks — ogni scambio che lo coinvolge deve avere il suo consenso, avendo una “no-trade clause” nel suo contratto —, è chiaro che la situazione non sia esattamente idilliaca tra i ragazzi di coach Hornacek.
Miglior attacco NBA - I Raptors invece sperano di bissare il successo casalingo contro le squadre di New York dopo la gara vinta contro i Brooklyn Nets. Un 132-113 entrato nella storia della franchigia canadese: Toronto infatti non aveva mai messo a referto così tanti punti in una gara conclusa senza tempi supplementari, ennesima dimostrazione della potenza di fuoco di quello che resta, statistiche alla mano, il miglior attacco NBA. L’Offensive Rating dei canadesi è 113.5, un filo sopra quello degli Warriors secondi e ben più cospicuo del 109.7 dei Cleveland Cavaliers, riferimento con cui la squadra di coach Casey continua a misurarsi. Le sfide contro LeBron e compagni hanno sempre visto i campioni NBA uscire vincitori dal parquet, ma è nelle sfide contro le altre che Toronto sta scavando il solco nei confronti del resto della Eastern Conference.
Sfida senza storia? - La partita contro i Knicks ha un chiaro favorito e l’ago della bilancia potrebbe pendere ancora di più in favore dei Raptors grazie al contributo che arriva dalla panchina dei canadesi, seconda soltanto a quella degli Spurs in tutta l’NBA, molto più produttiva di quella della squadra di New York, soltanto 19^ con il suo -3.2 di Net Rating. Un roster che potrebbe vedere a breve il rientro anche di Jared Sullinger che dopo l’operazione al piede dello scorso ottobre, è tornato ad allenarsi a pieno ritmo con i compagni: “Molti dimenticano l’impatto e l’utilità che potrà avere Sullinger sulle nostre rotazioni”, commenta DeMarre Carroll, uno dei cinque componenti del quintetto più produttivo su cui Toronto può fare affidamento. Lowry-DeRozan-Carroll-Patterson-Valanciunas infatti è la filastrocca che i tifosi canadesi hanno imparato a mandare a memoria nei momenti decisivi della partita; un’arma su cui coach Casey non potrà contare vista l’assenza di Patrick Patterson a causa del problema al ginocchio sinistro. Il numero 54, tornato sul parquet nelle due gare contro Houston e Boston, verrà tenuto nuovamente a riposo dopo le palesi difficoltà fisiche mostrate in campo: “Non è al 100% della condizione, come ho già detto dopo la sfida contro Brooklyn; manca di esplosività e di capacità di reazione”, ha commentato l’allenatore dei Raptors. In campo sin dalla palla due potrebbe esserci ancora Lucas Nogueira che contro i Nets ha giocato la sua terza gara da titolare: “Lucas sta giocando molto bene da quattro. Non ha di certo le qualità da tiratore di Patterson, ma è un giocatore intelligente, in grado di usare bene i suoi centimetri e di garantire la giusta protezione del ferro”, chiosa coach Casey. Nel primo incrocio stagionale vinto contro i Knicks 118-107, Nogueira mise a referto 10 rimbalzi, 5 stoppate e 3 recuperi. Ha già dimostrato di sapere come si fa.