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NBA, la peggior sconfitta nella storia dei Lakers

NBA

Stefano Salerno

I Los Angeles Lakers perdono 122-73 contro Dallas, la gara chiusa con il più ampio margine di svantaggio nella storia della franchigia nella sera in cui ricorre l'undicesimo anniversario dalla prestazione da 81 punti di Kobe Bryant contro i Toronto Raptors

Il 122-73 con cui i Lakers sono stati asfaltati dai Dallas Mavericks rappresenta la peggior sconfitta mai subita dai losangelini nella storia della franchigia, superando i 48 punti di scarto con cui gli Utah Jazz li liquidarono lo scorso marzo. Una scoppola sonora, arrivata già nel secondo quarto grazie al parziale da 38-11 piazzato dai texani in 12 minuti di gioco, in una frazione in cui i gialloviola hanno messo a referto più palle perse (5) che canestri realizzati (4). Un disastro, a cui coach Luke Walton non riesce a dare una spiegazione: “Non abbiamo mostrato voglia di giocare, è stato frustrante. Onestamente, è stato imbarazzante per la squadra e per tutta la franchigia, e soprattutto per i tifosi che sono fin troppo buoni nei nostri confronti”. Inutile anche cercare alibi in situazioni del genere: ““Non siamo scesi in campo e io non riesco a capire il perché – prosegue l’ex assistente allenatore dei Golden State Warriors -. Amo i miei giocatori e il gruppo che si è creato. Sono certo che nella prossima gara non saremo più questi, anche perché noi non siamo questi. È stata una serata frustrante”.

Imparare la lezione – Anche i giocatori non sembrano voler trovare scuse, schivi com’è giusto che sia dopo una batosta del genere.  “È una sconfitta pesantissima, ma non possiamo fermarci troppo a pensare – prova a stemperare Nick Young -. Quante gare mancano, 30? 40? Non possiamo far sì che questa gara condizioni l’intera stagione”. Di parere opposto invece Brandon Ingram, che ha chiuso il match con -45 di plus/minus nei suoi 36 minuti di utilizzo, il peggiore differenziale messo a referto da un giocatore NBA in una singola partita in questa stagione: “È una sconfitta che dobbiamo tenere bene a mente. Deve darci le giuste motivazioni e non dobbiamo mai dimenticare questo risultato”. I Lakers non hanno certo grosse ambizioni di classifica, se non quella di traghettarsi nel modo meno turbolento possibile verso stagioni in cui la crescita del roster sia giunta a compimento: “A questo punto della regular season il nostro compito non è quello di giocare ogni gara con l’obiettivo di vincere, ma provare a impostare uno stile di gioco che ci garantisca delle chance di vittoria mentre proviamo a costruire qualcosa – chiosa coach Walton -.  Dobbiamo provare a migliorarci, senza sentirci appagati dopo una buona prestazione [quella contro i Pacers, ndr]”.

Kobe 81 vs. Lakers 73 - A rendere ancora più tragicomico il risultato, ci pensa la ricorrenza che ogni 22 gennaio da oltre un decennio torna alla mente dei tifosi dei Lakers. Undici anni fa infatti Kobe Bryant mise a referto una delle partite più incredibili degli ultimi 50 anni, segnando 81 punti contro i Toronto Raptors in quella che resta la seconda miglior prestazione realizzativa della storia alle spalle dei 100 punti di Wilt Chamberlain del 1962. Impietoso il paragone con i soli 73 punti realizzati da tutto il roster losangelino nella sfida contro Dallas. A far sorriedere è il confronto tra il numero dei canestri realizzati: 28 quelli di Kobe, gli stessi segnati dai Lakers nella gara di ieri. A fare la differenza in favore del numero 24 ci pensano sia i canestri da tre (7 vs. 3) che i tiri liberi (18 vs. 14), in una sfida vinta virtualmente 81 a 73 dal Black Mamba. 

Un motivo per sorridere - Non tutto però, è perduto. I Lakers in realtà sono a una sola vittoria dall’eguagliare il totale di successi raccolti nella passata stagione (17), in parte illusi dalla tanto inaspettata quanto esaltante partenza da 10-10 (condita dal successo contro Golden State) e dal gioco espresso per lunghi tratti nel primo mese di regular season, salvo poi sprofondare con il successivo record di 6-22: cifre più assonanti a quelle messe insieme nelle ultime due pessime stagioni. Un motivo per sorridere però resta ai gialloviola, anche in una serata del genere. Ritrovatisi infatti all'ultimo posto della Western Conference e in piena corsa per la lottery di maggio, con questa sconfitta contro Dallas e la concomitante vittoria dei Suns a Toronto, i Lakers hanno visto in una solo colpo schizzare dal 33 al 47% le proprie possibilità di essere sorteggiati per poter selezionare una delle prime tre scelte al prossimo draft. L’NBA in fondo ci piace anche per questo, ti concede sempre un’altra possibilità per sperare.