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NBA, Warriors e Curry dominanti: +46 ai Clippers

NBA

Dominio assoluto di Golden State nella sfida contro L.A.: Steph Curry firma la seconda miglior prestazione stagionale con 43 punti e gli Warriors toccano quota 40 vittorie

Era nell’aria già da qualche settimana una prestazione da Steph Curry di Steph Curry. È arrivata stanotte contro gli L.A. Clippers, nonostante un problema al quadricipite che aveva messo in dubbio la sua presenza fino al riscaldamento, quando il due volte MVP ha ricevuto le giuste risposte dal suo corpo. Ne ha trovate ancora di migliori in campo, tornando a fare quello che faceva nella scorsa stagione: essere aggressivo e regalare magie al pubblico di casa. I suoi 43 punti sono la seconda miglior prestazione stagionale dopo i 46 di inizio novembre coi Pelicans (nella storica serata da 13 triple) e la terza volta nel mese di gennaio che va sopra quota 35. Segno che la fase di ambientamento e adattamento a Kevin Durant (23 punti con 9/11 dal campo e 7 assist per lui) è ormai conclusa, e Curry può tornare a essere se stesso: “Devo essere aggressivo, è la cosa migliore per noi. Abbiamo tanto talento, bisogna solo trovare il modo di bilanciarlo”, il suo commento dopo la partita.

Torturando L.A. — In questa stagione i Golden State Warriors trovano un gusto particolare nel torturare le squadre di Los Angeles: dopo averne rifilati 149 ai Lakers a fine novembre, ieri notte hanno registrato la seconda miglior prestazione stagionale segnandone 144 contro i Clippers, che non sono mai stati in partita —  e nemmeno la presenza di Chris Paul avrebbe potuto aiutare i ragazzi di Doc Rivers, giunti ormai all’ottava sconfitta consecutiva contro quelli che una volta erano considerati i loro rivali e di cui oggi riescono a vedere solamente la targa. “Se hanno un vantaggio mentale su di noi? Beh, se ancora non lo hanno dovrebbero averlo. Se io ne avessi vinte otto in fila, di sicuro lo avrei”, l’amara constatazione dell’allenatore dei Clippers, che oltre ai 20 punti in 23 minuti di Blake Griffin ha ben poco per cui sorridere, visto che senza CP3 ha perso la quarta partita nelle ultime cinque. Anche suo figlio Austin non ha usato giri di parole (“Ci hanno umiliato in diretta nazionale, nessuno qui dentro è felice ora come ora”), mentre ancora più secco è stato il commento di J.J. Redick sul -46 finale: “Penso che sia la peggior sconfitta della mia carriera”.

Curry formato MVP — Gli ultimi due anni di sconfitte hanno mostrato abbastanza chiaramente che i Clippers non riescono a difendere contro gli Warriors anche in una partita normale, figuriamoci quando Steph Curry è in “una di quelle sere”. La scintilla che ha acceso il numero 30 di Golden State è arrivata sulla sirena del primo tempo, quando ha lasciato andare un tiro da metà campo (con un tiratore del suo livello non si può mai parlare di “preghiera”) che ha trovato il fondo della retina e fatto impazzire l’Oracle Arena, finendo poi a scivolare sul parquet dopo che Draymond Green lo ha fatto volare a terra nell’esultanza, mandando le squadre al riposo sul +21 per i padroni di casa per un parziale di 17-6 che ha deciso la gara. Quel canestro non ha fatto altro che galvanizzare ancora di più la stella degli Warriors, che nel terzo quarto ha battuto da solo i Clippers 25-23 chiudendo la sua gara con 43 punti, 9 rimbalzi, 6 assist, 15/23 al tiro di cui 9/15 da tre punti, con 4/4 ai liberi e sole due palle perse per un +42 di plus-minus (il migliore di squadra) che tratteggia bene il suo controllo mentale e tecnico sulla gara. 

Margine storico — Ci sono un po’ di cifre che raccontano di quanto gli Warriors siano migliori rispetto al resto della lega. Innanzitutto continuano ad avere sia il miglior attacco (lasciandosi alle spalle Raptors e Rockets di ben due punti su 100 possessi) che la miglior difesa (Utah staccata di 6 decimi) della NBA, per un differenziale su 100 possessi di +12.9 (nella scorsa stagione finirono con +11.6). In questa annata Golden State ha battuto gli avversari di 628 punti complessivi, il più ampio margine della storia della lega dopo 47 partite, e con questa vittoria — la nona nelle ultime dieci — sono diventati i primi di sempre a vincere 40 partite prima della 50^ gara disputata per tre stagioni in fila. Nelle ultime 21 partite gli Warriors hanno sempre tirato meglio degli avversari, una striscia che pareggia la migliore di sempre firmata dai Miami Heat nel 2004/05. Questo ennesimo massacro, infine, rappresenta la terza partita in cui hanno vinto con più di 40 punti di scarto: ancora una e diventeranno i primi di sempre ad averne quattro nella stessa stagione.