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NBA, i risultati della notte: Spurs e Raptors k.o.

NBA

Cadono in casa San Antonio e Toronto contro Dallas e Orlando. James Harden sottotono contro Paul George, Washington vince la quarta in fila nonostante Anthony Davis. Golden State vince a Portland rischiando nel finale

San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 101-105 — Il risultato più sorprendente della notte arriva dal Texas, dove il derby tra Spurs e Mavs non va come la classifica avrebbe fatto presupporre. Sono infatti gli uomini di coach Carlisle a vincere la sfida, e per di più in rimonta: dopo essere andati all’intervallo sotto di 10 punti, i Mavs hanno vinto il secondo tempo 56-42 grazie a 14 dei 24 punti dell’eroe di serata Seth Curry, che aggiunge anche 10 rimbalzi (elogiati dal suo allenatore) e 5 assist al suo massimo in carriera. È solo la seconda volta in tutta la stagione che San Antonio perde due partita in fila, ma il segnale preoccupante per Popovich è la quinta sconfitta in una partita in cui gli Spurs hanno avuto una doppia cifra di vantaggio. Il motivo? “Troppi errori mentali in difesa. Pessimo lavoro a livello di disciplina. Difesa dal lato debole inesistente. Nessuno sembrava in grado di fermare Harrison Barnes, che ha fatto una grande partita”, l’analisi di coach Pop, che ha avuto i soliti 40 punti in coppia da Leonard (24) e Aldridge (16). Ma la mancanza di comunicazione difensiva è costata loro la partita, come sottolineato anche da Manu Ginobili: “La nostra difesa è stata abbastanza orrenda, soprattutto perché non ci parlavamo. Eravamo sempre in ritardo. Uno pensava di dover cambiare, l’altro rimaneva sul suo uomo. Esattamente come a New Orleans”. Urge un rimedio, perché tra una settimana gli Spurs si imbarcheranno nel classico Rodeo Trip da 8 partite in 20 giorni.

Toronto Raptors-Orlando Magic 113-114 — Nonostante il ritorno in campo di DeMar DeRozan e la vittoria contro i Bucks, non si ferma il momento negativo dei Raptors che con la sconfitta casalinga contro Orlando perdono il secondo posto a Est in favore dei Boston Celtics. Dopo aver perso in maniera imbarazzante di 30 punti proprio sul campo di Boston, i Magic han raccolto la seconda vittoria nelle ultime otto grazie alla doppia doppia da 25 punti e 10 rimbalzi di Nikola Vucevic e i 21 dalla panchina di D.J. Augustin. Il parziale decisivo per le sorti della gara è arrivato a fine secondo quarto, con un 21-2 per i Magic che ha dato loro il vantaggio nel punteggio, gestito nel secondo tempo senza mai andare sotto. Con un record di 7-9 a gennaio, è la prima volta da marzo 2015 che i Raptors chiudono un mese con un record inferiore al 50%.

Indiana Pacers-Houston Rockets 120-101 — Per una volta non ci troviamo a testimoniare una serata storica di James Harden, ma una sottotono: all’ultima partita di una trasferta da cinque gare, il numero 13 dei Rockets chiude la peggior prestazione della stagione con 3/17 al tiro (2/10 da tre) per soli 15 punti a cui aggiunge 5 rimbalzi e un rapporto assist-palle perse in pareggio (8 a 8), con un -23 di plus-minus (il peggiore dell’annata) a sottolineare ancora di più la sua battuta d’arresto. Il motivo? La presenza di Paul George, che da una parte prende in consegna il Barba e dall’altra ne mette 33 per la quarta partita in fila sopra quota 30, career-high pareggiato. La resistenza di Houston senza la sua stella dura poco, visto che a fine primo quarto lo svantaggio è già in doppia cifra e non torna mai sotto le 6 lunghezze, fino al -19 finale che pareggia il peggior scarto di tutta la stagione. È la terza vittoria in fila per i Pacers, che chiudono un ottimo mese di gennaio con 9 successi e 4 sconfitte e confermano sempre più la bontà del loro record casalingo (18-6).

New Orleans Pelicans-Washington Wizards 94-107 — John Wall pensa agli assist (19, massimo in carriera pareggiato), Bradley Beal ai punti (27) e gli Wizards vincono la quarta partita in fila, rendendo amara l’ennesima prestazione monstre di Anthony Davis (36 punti, 17 rimbalzi, 3 recuperi e 2 stoppate). Dopo aver chiuso il primo tempo sotto di 17, i Pelicans hanno ritrovato la mano dall’arco (6/7 da tre in un terzo quarto vinto 33-17) andando anche in vantaggio di 1, ma 12 dei 21 punti di Markieff Morris nell’ultimo quarto hanno ridato un vantaggio in doppia cifra che gli ospiti non hanno più sprecato, nonostante la doppia doppia da 26 e 11 assist di Jrue Holiday.

Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 121-108 — Il ritorno in quintetto di Dwyane Wade e Jimmy Butler coincide con il ritorno alla vittoria dei Chicago Bulls, che superano i Sixers senza Joel Embiid tenuto a riposo per un ginocchio dolorante. Anche senza la loro stella i ragazzi di coach Brown danno battaglia, rientrando da -20 fino a -6 nel secondo quarto e poi trovando la parità a metà del terzo quarto sul 79-79. A quel punto i padroni di casa hanno costruito un altro vantaggio in doppia cifra da cui i Sixers non sono riusciti a rientrare nonostante il massimo stagionale di Ersan Ilyasova (31 punti) e i 21 con 12 rimbalzi di Robert Covington, che non sono riusciti a sopperire alle mancanze di una panchina battuta 49-15 da quella dei Bulls di un Rajon Rondo da 10 assist. I migliori in casa Chicago sono Jimmy Butler da 28 punti e Robin Lopez da 21, con la squadra attesa ora a una lunga trasferta da sei partite. L’occasione giusta per migliorare lo spirito di uno spogliatoio in tumulto?

Portland Trail Blazers-Golden State Warriors 111-113 — Senza Steph Curry fermato da un problema intestinale, sono i 60 punti in coppia di Kevin Durant (33 con 10 rimbalzi) e Klay Thompson (27) a decidere la decima vittoria nelle ultime undici per gli Warriors. Un successo che sembrava scontato dopo la tripla di Thompson per il +7 a 37 secondi dalla fine, ma 5 punti in fila di Damian Lillard, una bomba di C.J. McCollum e un sottomano di Evan Turner avevano riportato la sfida a meno di un possesso di vantaggio. Sulla rimessa per gli Warriors, Durant ha spinto Turner commettendo fallo e regalando il pallone ai Blazers, i quali sono riusciti a costruire una tripla smarcata per lo stesso Turner che si è infranta sul primo ferro — pur tirando “in maniera perfettamente dritta, tanto che stavo già pensando alla rimessa dopo lo svantaggio”, come confessato da Steve Kerr posizionato appena dietro di lui. Dopo averli battuti ai playoff dello scorso anno, si tratta della quarta vittoria su quattro partite degli Warriors sui Blazers, ora a una partita e mezza di distanza dall’ottavo posto occupato dai Denver Nuggets.