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NBA, Steph, Seth e Dell: che spettacolo i Curry!

NBA

Il padre (Dell) dà il buon esempio segnando da centrocampo nel prepartita, il figlio maggiore (Steph) chiude a 39 con 11 triple contro Charlotte, quello minore (Seth) aggiunge 22 punti nel successo dei suoi Mavs contro Philadelphia

"That kind of night", dicono negli Stati Uniti, una serata davvero speciale. E lo è stata per davvero per la famiglia Curry, padre e due figli, tutti protagonisti a loro modo nella notte NBA. Con i suoi Warriors impegnati in casa con gli Hornets di cui papà Dell è commentatore televisivo, Steph Curry respira aria di casa e si scatena. Già nel prepartita, quando prende scherzosamente a pallonate proprio il padre durante il riscaldamento. La reazione di Dell — oltre il 40% da tre punti in più di mille partite da professionista nella NBA — non si fa attendere: pur in giacca e cravatta, recupera il pallone scagliatogli addosso da suo figlio e lancia una preghiera da quasi metà campo che — è la legge dei Curry — ovviamente si insacca di tabella a canestro facendo esplodere in un'incontenibile risata un divertitissimo Steph. 

Steph Show - Ma è solo l’inizio. Quando gli Warrrios scendono in campo per affrontare gli Hornets, si intuisce subito che il due volte MVP NBA è in una di quelle serate magiche che hanno contribuito a costruire la sua leggenda. Segna le prime quattro triple che si prende, chiude il primo quarto con 6/8 dall’arco e 18 punti, ci aggiunge un 2/2 dalla distanza nel secondo quarto e alla fine del terzo fa registrare 39 punti con 11/15 da tre punti, che sono anche le sue cifre finali perché passa gli ultimi dodici minuti della gara seduto comodamente in panchina, con gli Warriors ampiamente in controllo della gara. “Per me è sempre speciale avere mio padre a bordocampo, mi stimola a far bene”, le sue parole dopo l’ennesima notte magica della sua carriera. “Non do per scontato la fortuna che ho nel poter continuare la tradizione di famiglia, tenendo alto nella lega il nome dei Curry, dopo che lui lo ha fatto per 16 lunghe stagioni”. Per il n°30 di Golden State è la quinta prestazione in carriera con almeno 11 triple a bersaglio, tra cui spicca quella dello scorso 7 novembre contro New Orleans che gli è valsa il record NBA a quota 13. 

Buon sangue non mente - A poco più di mille miglia di distanza, a Dallas, Texas, non ha voluto essere da meno — fatte ovviamente le debite proporzioni — neppure il fratellino di Steph, Seth, protagonista proprio ultimamente del miglior momento della sua carriera. Dopo i 20 punti messi a segno contro i Knicks il 25 gennaio, i 24 in faccia agli Spurs il 29 e i 16 contro i Cavs il giorno successivo, c’era attesa per scoprire se il n°30 dei Mavs sarebbe stato in grado di confermarsi a questi livelli anche contro Philadelphia. La risposta è sembrata quasi immediatamente negativa: per lui subito tre palle perse nel solo primo quarto, sufficienti perché coach Rick Carlisle chiamasse piuttosto imbizzarrito un time-out. Trascorso a disegnare sulla sua lavagnetta un reset button, un ideale pulsante capace di cancellare tutto. Il messaggio per la sua point guard? Dimenticare gli errori, annullare la memoria del difficile inizio e continuare a giocare. Messaggio recepito, se è vero che i Mavs hanno fatto registrare un parziale di 26-8 proprio in uscita dal minuto di sospensione, firmato principalmente dai punti di Curry e Harrison Barnes. Per Seth, a fine gara, 22 punti con tre triple a segno, che portano il totale di serata della famiglia Curry a quota 64: 39 il fratello maggiore, 22 quello minore, 3 il padre. Solo a casa Curry.