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NBA, Cavs a Minnesota senza Love: fuori 6 settimane!

NBA
LeBron_James_Andrew_Wiggins

A due settimane dalla gara di andata, T'Wolves e Cavs si affrontano di nuovo (in diretta su Sky Sport 2 dalle 2), costrette a fare i conti con assenze pesanti. Tra tutte quella di Kevin Love, costretto a operarsi al ginocchio e fuori per 6 settimane

La tegola si abbatte sui Cavs nella maniera più pesante possibile: Kevin Love deve operarsi in artroscopia al ginocchio sinistro e salterà le prossime sei settimane di stagione. "Bello schifo", il commento rassegnato e un po' scoraggiato di LeBron James: "Ogni anno è così, dopo J.R. [Smith] ora è il turno di Kevin, sembra che non ci sia modo di restare lontano dagli infortuni". “Mi piacerebbe molto poter affermare che Kevin salterà le prossime tre partite e poi ritornerà più forte di prima – aveva afferamto un preoccupato David Griffin prima della news definitiva - ma non posso perché non siamo a conoscenza dei suoi tempi di recupero”. Quando li hanno saputi, la notizia è stata accolta con parecchia delusione. A non essere a disposizione di coach Tyronn Lue anche Iman Shumpert, ancora alle prese con il problema alla caviglia, oltre come detto al lungodegente J.R. Smith che però ha lanciato segnali incoraggianti.

Wiggins "filosofo" - “La NBA è così, i giocatori rischiano di essere infortunati e tu sei costretto a conviverci, ad adattarti. L’importante è dare la stessa importanza a ogni singola partita, cercando di essere il più concreti possibile”. È Andrew Wiggins a centrare bene il punto alla vigilia della sfida tra i suoi Minnesota Timberwolves e i Cleveland Cavaliers, in onda dalle 2 in diretta su Sky Sport 2 e poi con il commento in italiano nelle consuete repliche pomeridiane. Dopo la sfida persa al termine di un secondo tempo senza appello due settimane fa, Karl-Anthony Towns e compagni proveranno a rilanciare le proprie ambizioni playoff in un match in cui entrambe le squadre dovranno fare i conti con la lista degli infortunati, in un mix di incroci di mercato e di storie passate e in parte anche future.

J.R. Smith, ritorno a marzo? – Sembrerebbe infatti quantificabile in tre settimane il tempo di recupero del numero 5, alle prese con la riabilitazione post-operatoria che lo avrebbe dovuto tenere lontano dal parquet fino a inizio aprile. Secondo quanto riportato da ESPN invece, il recupero sta andando “alla grande” e questo potrebbe velocizzare il ritorno in campo di una pedina fondamentale nello scacchiere della corsa al titolo NBA. Chi invece ha definitivamente salutato la compagnia è Chris Andersen, già alle prese con un infortunio che lo scorso dicembre lo aveva costretto a rinunciare all’intera stagione. Cleveland è riuscita a scaricarlo agli Hornets in cambio di una seconda scelta, liberando sostanzialmente un posto del roster e risparmiando tra salario dovuto e luxury tax all’incirca 2,5 milioni di dollari. Charlotte invece ha subito tagliato il contratto di Birdman, prendendo con un decadale Mike Tobey, al secondo contratto da 10 giorni della sua stagione. It’s salary cap, baby! (per chi avesse perplessità, questo il racconto “dell’Odissea da divano” vissuta in meno di 15 giorni da Mo Williams).

LeBron? Ci pensa Lance! - In casa T’wolves invece a pesare è l’assenza di Zach LaVine, infortunatosi al ginocchio sinistro lo scorso 3 febbraio e fuori per il resto della stagione. Al suo posto in Minnesota è arrivato Lance Stephenson, avvicinato anche ai Cavaliers nel f***ing playmaker gate e  poi volato alla corte di Tom Thibodeau di certo non per vestire i panni di vice LaVine, ma almeno quelli di veterano e all’occorrenza di specialista difensivo. La sfida contro LeBron James sembra essere il giusto banco di prova: “Non so se qualcuno nel nostro roster è abbastanza attrezzatore per riuscire in una impresa del genere. LeBron è forte, potente e rapido. È necessario che tutta la squadra sia coinvolta in marcatura su di lui. Lance ha già avuto a che fare con lui in passato e dobbiamo capire con cosa siamo disposti a convivere”. Un concetto molto chiaro quello espresso da coach Thibodeau: non poi pensare di limitare in toto James, ma puoi provare a forzarne alcune decisioni e di conseguenza di concedergli almeno parte del suo gioco. Stephenson nei vari incroci tra Pacers e Heat in parte ci riuscì; i Timberwolves sperano che stanotte soffi il vento giusto e non quello provocatorio e controproducente che il buon Lance aveva prodotto nelle orecchie di James. Staremo a vedere.