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NBA, All-Star Game: vince l'Ovest, Davis MVP

NBA

La partita delle stelle va all'Ovest per 192-182, grazie al record di sempre dell'MVP Anthony Davis (52 punti). I nemici-amici Russell Westbrook e Kevin Durant finiscono rispettivamente con 41 punti e una tripla doppia nell'All-Star Game dal più alto punteggio di sempre

Che serata per la città di New Orleans: non bastasse aver ospitato il weekend dell'All-Star Game e il Mardi Gras insieme, i Pelicans possono anche festeggiare la serata storica del proprio uomo franchigia Anthony Davis e la mossa di mercato più importante della stagione, con l'arrivo di DeMarcus Cousins. Diventano loro due, per motivi diversi, i protagonisti della serata: l'attuale numero 23 di NOLA ha mantenuto fede alla sua promessa vincendo l'MVP della partita delle stelle grazie a 52 punti (26/39 al tiro con 19 schiacciate) e 10 rimbalzi, battendo di 10 lunghezze il record ogni epoca per l'ASG di Wilt Chamberlain che resisteva dal 1962. Il futuro numero 15 dei Pelicans invece è rimasto in campo meno di 3 minuti e ha osservato dalla panchina i compagni dell'Ovest vincere 192-182, grazie anche ai 41 di Russell Westbrook (che a un certo punto sembrava volesse attentare al terzo MVP consecutivo, prima di rimettersi in carreggiata e lasciare spazio al padrone di casa Davis) e la tripla doppia di Kevin Durant (21-10-10), i due uomini più attesi al weekend delle stelle e protagonisti di un alley oop che ha fatto impazzire la panchina dell'Ovest.

MVP e record - È consuetudine ormai decennale degli All-Star Game che le altre stelle concedano una sorta di "diritto di prelazione" per il titolo di MVP al beniamino di casa, anche se negli ultimi 25 non molto spesso è successo che questo vantaggio si concretizzasse. Anthony Davis è il quarto "padrone di casa" a vincere il titolo di miglior giocatore dopo John Stockton e Karl Malone nel 1993, Shaquille O'Neal nel 2004 e nel 2009 e Kobe Bryant nel 2011, sfruttando gli innumerevoli alley oop alzati per lui da tutti i compagni: basti pensare che l'Ovest ha finito con 61 assist su 84 canestri segnati, mandando a schiacciare AD per 18 volte (quattro in più del massimo stagionale fatto registrare da tutti i Lakers lo scorso 15 febbraio) e facendogli prendere 39 tiri, anche questo record all-time. "Ho fatto presente ai ragazzi nello spogliatoio che volevo l'MVP per questo pubblico e questa città. Loro si sono impegnati a cercarmi continuamente e darmi il pallone per farmene segnare 50: ogni volta Kawhi Leonard mi ripeteva 'Mancano solo sei punti', oppure James Harden mi diceva 'Stai pronto che te la passo'" ha raccontato la stella dei Pelicans dopo la gara. Davis è stato solo il più prolifico di una serata da record con 75 schiacciate combinate, ben 18 in più dello scorso anno e di gran lunga superiore alle 19 registrate come massimo in una partita di regular season di quest'anno. Il dato delle schiacciate racconta già bene l'andamento della partita, in cui come da consuetudine si sono visti molti voli sopra il ferro e pochissima difesa (solo 8 tiri liberi tentati in tutto). Per il terzo anno in fila il record dei punti è stato battuto, con le due squadre a combinare per 374 punti, 5 in più rispetto a quelli registrati nella scorsa stagione. 

Giannis 30 al debutto - Per quanto riguarda la Eastern Conference, il più giovane in campo Giannis Antetokounmpo è stato l'unico a dare una parvenza di interesse all'evento su entrambe le metà campo, finendo come il miglior realizzatore dei suoi con 30 punti e 14/17 al tiro in meno di 23 minuti. 23 come i punti di LeBron James, che ha dato spettacolo nel primo tempo (superando quota 300 punti nell'ASG, il primo di sempre a riuscirci) ma si è riposato nel secondo, chiudendo con meno di 20 minuti di impiego. Chiude con cifre di tutto rispetto anche Kyrie Irving, che con 22 punti e 14 assist è l'unico ad andare in doppia doppia per la Eastern Conference, con Isaiah Thomas a proseguire anche nelle esibizioni la sua striscia da 20 o più punti a partita (7/15 al tiro per lui). Il suo allenatore ai Celtics Brad Stevens è stato attentissimo a concedere un minutaggio omogeneo a tutte le stelle a disposizione, tenendo in campo tutti per almeno 18 minuti (unica eccezione Millsap con 13) e nessuno sopra i 24 di DeMar DeRozan. Sai mai che si incontri qualcuno col dente avvelenato nei playoff...